Amatori, che flop davanti al Reus

Scarso pubblico, contestazione alla società e persino polemiche attorno al “Memorial Severino Bianchetti”. Tutto questo è stato Amatori-Reus, una serata dalle tante ombre e poche luci. Doveva essere la notte del ritorno in grande stile dell’hockey a Lodi, una festa tanto attesa dopo la lunga astinenza estiva, e invece l’unico aspetto che ha funzionato e bene è stato quello puramente tecnico, con lo spettacolo messo in pista dalle due squadre decisamente soddisfacente. A fare da contraltare però c’è stato un palazzetto praticamente deserto (soltanto 350 circa gli spettatori) e silenzioso come non lo si vedeva da anni, che ha generato un’atmosfera quasi surreale che non avrà certo ben impressionato né i giocatori spagnoli, né tantomeno i nuovi arrivati in casa giallorossa. Per non parlare della “frattura” tra una parte del tifo giallorosso, quella curva in genere calda e numerosa sia in casa che in trasferta, e la dirigenza lodigiana. Gli ultras hanno manifestato il loro dissenso nei confronti dell’evento di sabato e più in generale nei confronti dell’azione societaria (dalla campagna abbonamenti al caso degli argentini Velazquez e Platero che arriveranno solo stasera a Lodi), rimanendo fuori dal palazzetto per tutto il primo tempo e distribuendo all’ingresso volantini con tanto di comunicato con i motivi della protesta. Curva vuota per quasi tutto il match e niente cori, per una protesta che di certo non giova alla serenità di tutto l’ambiente. E infine le spiacevoli polemiche sulla serata dedicata alla memoria di Severino Bianchetti. Ieri i diretti interessati hanno preso posizione: «Ci sono rimasto molto male per il fatto che nessuno abbia contattato direttamente me e mia madre per partecipare alla serata - attacca Luca Bianchetti, figlio dell’ex dirigente lodigiano -, chiedendo soltanto a mio zio di avvisarci. Se qualcuno della società ci avesse chiamato io e mia madre saremmo venuti più che volentieri al palazzetto, visto che il tutto si svolgeva nel nome di papà. E invece non ho sentito nessuno, come in tutti questi undici anni del resto. Il nome di mio padre è spesso legato a cose di questo tipo, ma io non sono mai stato contattato, se non dai ragazzi della curva che spesso mi chiamano e che ci tengo a ringraziare perché portano in giro il nome di papà in maniera pulita e genuina. Il mondo dell’hockey mi manca tanto, mi piacerebbe farne parte di nuovo e rivivere le emozioni di un palazzetto pieno, ma finché le cose stanno così la vedo dura. L’ho provato qualche anno fa con l’Ash ed è stato bello. Come ho detto anni fa mio padre ha dato la vita per l’hockey e il mio sogno sarebbe riuscire un giorno a fare un terzo di quello che ha fatto lui». Questa la replica del presidente dell’Amatori Fulvio D’Attanasio: «Innanzitutto mi spiace che una serata come quella di sabato abbia generato polemiche che non fanno piacere alla società, penso non facciano piacere alla famiglia e sono sicuro non avrebbero fatto piacere nemmeno a Severino. Non aver chiamato direttamente Luca, ma averlo fatto tramite suo zio Giuseppe, fratello di Severino, è stata effettivamente una mancanza della quale mi scuso, una mancanza però involontaria, figlia dei tempi molto ristretti in cui è stato organizzato l’evento e della mia assenza per una settimana per motivi di lavoro. Mi scuso ancora con Luca e la sua famiglia e mi piacerebbe che sabato, in occasione della prossima amichevole che stiamo organizzando, io e lui potessimo trovarci a bordo pista, parlare e chiarire il tutto».

Stefano Blanchetti

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