«Amatori, c’è da salvare la dignità»

«Quello di sabato è stato un segnale clamoroso da parte del pubblico che ci auguriamo fortemente che tutti, la squadra e chi la prepara per scendere in pista, abbiano recepito. Mancano due mesi alla fine della stagione, due mesi in cui la squadra non deve tirare a campare, ma in cui deve dimostrare in pista orgoglio e dignità. È un dovere a cui nessuno può più sottrarsi, perché perdere la stima del pubblico, come successo sabato, è anche peggio che retrocedere». Il messaggio arriva forte e chiaro e scuote il mondo giallorosso. Un messaggio che arriva direttamente dalle stanze della dirigenza lodigiana, ma che viene affidato alle parole, chiare e decise, di Claudio Gazzola, tra i principali artefici in estate dell’operazione Amatori Wasken, sempre molto vicino alla società e storico tifoso giallorosso. Il ko di sabato con il Viareggio, pesantissimo per come è maturato più che per il risultato in sé, ha rappresentato probabilmente il fondo di una crisi nerissima che da due mesi a questa parte ormai ha travolto un Amatori che appare svuotato, privo di idee e di gioco, con equilibri di gruppo sempre più precari e un allenatore finito nell’occhio del ciclone. Settima sconfitta nelle ultime nove giornate, ma soprattutto un atteggiamento di arrendevolezza e quasi impotenza che proprio non è piaciuto ai vertici lodigiani così come ai tifosi, che durante la gara hanno manifestato tutto il loro disappunto, prendendo le distanze dalla squadra e dal suo allenatore. «In quarant’anni che seguo l’hockey probabilmente il gesto di togliere gli striscioni dalla curva e sedersi a braccia conserte, quasi in segno di rassegnazione e indifferenza, è stato il più clamoroso - prosegue nella sua disamina Gazzola -. Un segnale tanto sobrio quanto devastante che non può non essere recepito e che deve, e sottolineo deve, servire da monito per tutti per far scattare una reazione immediata e decisa. Qua non si tratta di vincere chissà cosa o pretendere più di quanto i giocatori possano dare, ma semplicemente di ritrovare carattere e dignità, voglia di lottare e di combattere fino alla fine per la maglia che si indossa. Non vogliamo entrare negli aspetti tecnico-tattici, perché su quelli si potrebbe discutere all’infinito, il problema è l’atteggiamento che deve cambiare da parte di tutti, giocatori in primis, staff tecnico e tutti coloro che sono a contatto con la squadra». Un monito diretto a cui adesso l’Amatori deve rispondere in pista, partendo già dal quarto di finale impossibile di giovedì in Coppa Italia con il Forte dei Marmi. «Assolutamente sì, abbiamo davanti ancora due mesi di stagione con un quarto di Coppa Italia da onorare al meglio e sei giornate di campionato da affrontare col coltello tra i denti. Fra l’altro, nonostante la situazione complicatissima in cui ci troviamo, c’è ancora l’obiettivo play off più che alla portata - continua Gazzola -. E allora non è più accettabile assistere a spettacoli come quelli degli ultimi due mesi e soprattutto di sabato sera. Si pretende una reazione convinta da parte di tutti, nessuno escluso. Ci aspettiamo che lo staff tecnico e ognuno dei singoli giocatori facciano gruppo e trovino, ognuno dentro di sé, quello che serve per uscire da questa situazione». Perché se la classifica continua, nonostante tutto, ad aspettare l’Amatori, la pazienza di tifosi e società è quasi finita.

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