Addio a Pelé, anche il lodigiano lo ricorda: Lodetti e Spelta lo affrontarono in campo

Il compianto don Angelo Carioni si fece una foto con il campione brasiliano a Roma, il cameraman Lena passò un’intera giornata con lui

Qualcuno lo ha affrontato in campo, qualcuno non ha resistito alla tentazione di farsi un “selfie” con lui. Tra i Lodigiani che hanno incrociato Pelé, il “re del calcio” scomparso giovedì 29 dicembre all’età di 82 anni e di cui oggi (3 gennaio 2023) si è celebrato il funerale a Santos in Brasile, c’è anche un sacerdote, l’indimenticabile don Angelo Carioni, il “prete-ciclista” che andava pazzo per il pallone. La foto in bianco e nero che ritrae l’amatissimo don e la stella del calcio mondiale sta facendo il giro delle bacheche web dei lodigiani. Perché è una foto bellissima, tenerissima e storica al tempo stesso.

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L’immagine, postata sul gruppo Facebook dedicato al sacerdote, immortala don Angelo, all’epoca giovanissimo e ancora senza i lunghi capelli che lo avrebbero caratterizzato in seguito, di fianco al mitico “O Rey”, vestito in giacca e cravatta. I due si incontrarono in piazza San Pietro a Roma. O meglio, una volta saputo dell’arrivo del pullman del Santos, il prete lodigiano, grande appassionato di calcio, abbandonò momentaneamente i colleghi per vedere da vicino i beniamini della squadra sudamericana. Il resto è storia: don Angelo riuscì ad avvicinarsi al più famoso di tutti, Pelé, ricavandone un meraviglioso ritratto fotografico. Due fuoriclasse, uno accanto all’altro, entrambi, a loro modo, portatori di gioia, speranza e vita.

Sono invece due i lodigiani che ebbero l’onore di affrontare Pelé sul campo: Giovanni Lodetti durante la finale della Coppa Intercontinentale del 1963 tra il Milan e il Santos, e Alberto Spelta, in un’amichevole del 1967 tra il Mantova e la squadra brasiliana.

Lodetti sfidò Pelé a “San Siro” nell’andata del trofeo che vedeva opposti i campioni d’Europa in carica e quelli sudamericani: il Milan vinse 4-2, ma Pelé riuscì comunque a segnare due reti. «Lo marcava Giovanni Trapattoni – ricorda Lodetti -, ma marcare uno come Pelé era praticamente impossibile. Giocava di prima, per la squadra, era imprevedibile. Usava piedi e cervello allo stesso modo. In campo era sempre molto corretto, non si lamentava mai. Sì, per me è stato il più grande di tutti. E io posso dire di avere avuto l’onore di giocare contro il più forte calciatore della storia».

Nelle due successive partite, giocate a Rio De Janeiro (il Santos si impose entrambe le volte e conquistò la coppa), Pelé non scese in campo per infortunio. L’emozione di aver incrociato “O Rey” risuona anche nelle parole di Alberto Spelta, il “Jair bianco” della sua generazione. «Era solo un’amichevole, ma che ricordi… Ho dimenticato il risultato finale, di sicuro finì tanti a pochi per il Santos. Per quelli della mia età Pelé era un mito assoluto».

Chi invece ha avuto modo di stare una giornata intera insieme alla stella brasiliana, in tempi più recenti, è Roberto Lena, fondatore a Lodi di Arizona Tv e a lungo cameraman di Sky.

«Incontrai Pelé nel 2012 a Montecarlo in occasione della premiazione di “Golden Foot” – racconta Lena -. Dopo l’intervista, siccome sono un po’ sfacciato, gli chiesi di poter scattare una foto insieme a lui e dissi due stupidate in portoghese. Pelé mi prese in simpatia e durante la cena di gala mi volle vicino al suo posto, mi presentava come “il mio camerografo”. È uno dei ricordi più belli della mia carriera, sono rimasto una giornata insieme a uno dei miti del calcio. Anni dopo lo rividi a Milano in occasione della presentazione del suo film. Mi salutò, ma non so se mi riconobbe».

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