Addio a Cabrini, eroe del Fanfulla

Lodi piange una delle ultime leggende fanfulline. Florindo Cabrini, quasi una vita al servizio del “Guerriero”, prima come calciatore, poi come allenatore e infine come tifoso, si è spento venerdì notte all’età di 82 anni. Una notizia che ha scosso il mondo dello sport locale, perché Cabrini è stato uno dei grandi protagonisti bianconeri del Dopoguerra e soprattutto «uomo umile, generoso, appassionato», come lo ricordano tutti coloro che hanno condiviso un pezzo di strada con lui. Nato a Villanova del Sillaro, rosso di capelli, da bambino il padre lo portava in bicicletta dal paese alla “Dossenina” per assistere alle partite. Pochi anni e Florindo passò dall’altra parte della barricata: nel ruolo di mediano giocò due stagioni in bianconero in Serie B, tra il 1950 e il 1952, per poi tornare a casa a metà anni Sessanta nelle vesti di allenatore in Serie D. Nella sua carriera ha vestito anche la casacca del Como (e in quel periodo disputò anche una partita con l’allora Nazionale militare), ha guidato il Sant’Angelo (stagione ‘70-’71), la Vogherese ed è stato osservatore per il settore giovanile dell’Inter tra il 1988 e il 1995.quell’amore bianconero «Ma il suo grande amore era il Fanfulla - racconta il figlio Fausto -. Aveva la maglia bianconera cucita addosso. Non si perdeva una partita alla “Dossenina” e spesso seguiva anche gli allenamenti delle giovanili: quello era il suo mondo». Del resto lo sport era la sua grande passione, condivisa con i due figli, Fausto e Fulvio, e con la moglie Lilly Scaricabarozzi, la grande ginnasta fanfullina che partecipò alle Olimpiadi di Helsinki del 1952. Tra i tanti calciatori lanciati da Cabrini, spicca Giampiero Marini, ex colonna dell’Inter e campione del mondo nel 1982 con la Nazionale azzurra. «È stato il mio primo allenatore, ebbe il coraggio di farmi debuttare in prima squadra nel Fanfulla quando avevo soltanto 17 anni - ricorda l’ex centrocampista, che in bianconero esordì nella stagione 1968-1969 contro il Parma -. Era un uomo generoso, con un grande cuore. Ho un bellissimo ricordo di lui. Alla fine degli anni Ottanta lo portai con me all’Inter come osservatore. E anche in quella occasione dimostrò di avere fiuto per i calciatori: scovò diversi ragazzi di valore, tra i quali Marazzina e Morello». stamattina i funerali Cabrini fu determinante anche per la carriera di Riccardo Fiocchi, terzino del Fanfulla negli anni Sessanta. «Mi fece debuttare nel 1967 contro la Leoncelli Vescovado - racconta Fiocchi -. È stato il mio primo mister e con lui ho giocato per cinque anni: era un uomo umile, una persona eccezionale. Era un allenatore molto preparato, ma non era un sergente di ferro: con lui si poteva parlare tranquillamente, aveva un bel rapporto con tutti i giocatori. Negli anni Ottanta ha anche allenato una selezione delle vecchie glorie del Fanfulla, un modo per ritrovarci e ricordare i vecchi tempi». Di Cabrini ha scritto spesso Walter Burinato, giornalista e memoria storica del Fanfulla: «È stato un caro amico. Florindo era davvero un grande appassionato delle vicende fanfulline. Non ha mai abbandonato la maglia bianconera: è rimasto sempre vicino anche nei momenti più difficili».

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