SAN BASSIANO La città di Lodi incontra il suo santo nella Messa in cattedrale presieduta dal cardinale Semeraro SEGUI LA DIRETTA

Stamattina alle 10.30 la funzione solenne del Pontificale, cuore della festività

Federico Gaudenzi

Stamattina il cuore della festa patronale di San Bassiano, che si ripete sempre uguale e sempre nuovo nei secoli, come il mistero dell’Eucarestia per tutti i cristiani. Alle ore 10.30, dopo l’omaggio della municipalità al primo vescovo di Lodi, la cattedrale ospiterà come sempre il solenne Pontificale, che ogni anno vede la celebrazione di un ospite speciale, un vescovo o un cardinale che si confronta con l’insegnamento di san Bassiano per donare ai fedeli la prospettiva di una fede che sa vivere le proprie radici nel confronto con la contemporaneità.

Quest’anno, a presiedere questo momento solenne sarà il cardinale Marcelo Semeraro, vescovo emerito di Albano, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, nonché amministratore Apostolico ad nutum Sanctae Sedis dell’Abbazia Territoriale di Santa Maria di Grottaferrata e Delegato Pontificio dell’Ordine Basiliano. Il cardinale Semeraro è anche membro della Congregazione per le Chiese Orientali e del Dicastero per la Comunicazione. Il cardinale è stato segretario speciale della X Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, sul tema: “Il Vescovo: Servitore del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del Mondo”.

Camminare insieme a Cristo nel mondo, portare il Vangelo nel mondo, tra la terra, le persone e le cose, è il proposito che si è posto anche il Sinodo diocesano, che in questi mesi sta scrivendo la traccia che la Chiesa laudense vuole seguire per continuare a vivere la fede nel mondo, coltivando la certa speranza pasquale nella vita quotidiana, e imparando il linguaggio della carità come linguaggio di Dio.

Lo stesso cardinale, d’altronde, ha spiegato più volte l’importanza di quella “sinodalità dal basso” invocata da Papa Francesco, «intendendo che il primo livello - ha spiegato monsignor Semeraro ad Avvenire - si realizza nelle Chiese particolari tramite organismi di comunione, consigli presbiterali e pastorali, collegi di consultori: solo se questi e altri organismi partono dai problemi e dalle domande della gente la Chiesa assumerà un volto sinodale».

Un volto sinodale che, come ha detto ancora il cardinale, parte dall’ascolto, che si configura come «un atteggiamento che riguarda la vita della Chiesa e della gente nella sua realtà, dunque non su un’agenda prefissata su temi selezionati. Il Papa ha parlato a chiare lettere di una Chiesa che sta vicina al popolo, non di una Chiesa concentrata su grandi nodi ecclesiastici che somigliano più a terreni di confronto ideologico. È quella che lui definisce la Chiesa ispirata allo stile del Buon Samaritano, che fascia le piaghe e vive la compassione». Quale migliore esempio, in questo senso, di san Bassiano, ricordato nei secoli con il significativo appellativo di “defensor pauperum”, difensore dei poveri, per la sua capacità di riunire i lodigiani nel nome di Cristo, insegnando a cercare il bene comune senza lasciare indietro nessuno, ma guardando alla dignità di tutti.

L’esempio di san Bassiano, dopo diciassette secoli, continua così a vivere nella società lodigiana, al netto della secolarizzazione, degli ostacoli dettati dalla pandemia, dall’emergenza educativa e lavorativa, dal dramma dell’indifferenza: i mali del mondo contemporaneo non corrompono la figura del santo, che continua a indicare la via della santità come vocazione per ciascun cristiano. In questo contesto, come ha chiarito il cardinale citando Papa Francesco, «la gente mostra un’enorme domanda di senso della vita, e la nostra risposta non può limitarsi ad altre liturgie... La Chiesa attraversata da processi sinodali è una Chiesa col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza».

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