Vanessa ha trovato l’amore in Italia

Vanessa è una ragazza solare che sta attraversando un periodo molto positivo. Si sposerà a giugno e ad agosto con un ragazzo italiano di cui è innamorata. Dopo il viaggio di nozze che la vedrà in Perù, suo Paese natale, la nostra protagonista inizierà la sua nuova vita nella nuova casa.

Mentre ci racconta il suo prossimo futuro, gli occhi di Vanessa sorridono di una felicità tangibile. Congratulazioni.

Allora, Vanessa, innanzitutto grazie per aver accettato di fare questa intervista.

«Nessun problema, scherzi? Però come ti accennavo non vorrei essere riconosciuta».

Ok, possiamo cambiare nome, che ne dici?

«Va bene. Intendo dire che se anche gli amici mi riconoscono non fa niente, ma sul lavoro preferirei evitare».

Affare fatto. Dunque, sono qui per la tua storia. Da dove incominciamo?

«Dalla fine perché è la parte più bella».

Non avevo dubbi.

«Evviva, mi sposo».

Tra quanto?

«Facciamo due feste: a giugno la cerimonia italiana con tutti i parenti del mio ragazzo. Ad agosto, invece, durante le tre settimane di viaggio di nozze che trascorreremo in Perù, ci dedichiamo alla “mia” festa tradizionale, con tutta la mia famiglia. Sono emozionatissima».

Due abiti da sposa?

«Due cerimonie, due abiti da sposa, due giorni di festa. Sarà un supermatrimonio».

E il futuro sposo che ne pensa?

«La verità è che è un po’ preoccupato. Non ama molto stare al centro dell’attenzione, quindi si stressa al solo pensiero. Ma tre settimane in Perù lo rimetteranno in sesto. Poi si torna in Italia e si incomincia una nuova vita insieme».

Adesso con chi vivi?

«Con mia zia e due mie amiche peruviane. Condividiamo un appartamento. Lui, invece, abita ancora con i genitori. La nostra casa sarebbe già quasi pronta, a parte qualche mobile non indispensabile, ma voglio aspettare, mi sembra più romantico. In fondo mancano solo pochi mesi».

Verrai sostituita nel tuo attuale appartamento?

«Ci puoi scommettere. In quattro era già abbastanza dura, in tre sarebbe quasi impossibile. Le spese da dividere sono moltissime e i nostri stipendi appena appena umani».

Che lavoro fai?

«La cassiera, mentre mia zia la donna delle pulizie e le mie due amiche fanno una la commessa part-time, l’altra l’operaia per una cooperativa».

Dove vi siete conosciute?

«Ti racconto: io sono arrivata su indicazione di mia zia, che faceva la badante. Sono stata da lei, o meglio a casa della signora che seguiva, due mesi. Parecchio, vero?».

Direi.

«Purtroppo è il tempo che mi ci è voluto per trovare un lavoro. A quel punto mia zia ha proposto l’affare: trovare un appartamento da condividere».

Ma lei non faceva la badante?

«Sapeva che la signora non avrebbe avuto una vita lunga: stava parecchio male, me ne ero accorta anch’io. “Vanessa – mi dice – cerca una casa decente. Proviamo a dividere le spese e vediamo cosa salta fuori”. Un bel niente».

Davvero?

«In due con i nostri stipendi era un suicidio. “Vanessa, proviamo in tre”, mi dice. “E chi trovo?”, le rispondo. Mi ha mandato a reclutare gente per strada. Alla fine mi sono fatta furba: ho partecipato a una festa sudamericana e ho iniziato a far girare la voce. Sono tantissime le persone che cercano qualcuno con cui condividere casa e spese. A me, istintivamente, sono piaciute queste due ragazze di cui ti parlavo. Stanno con noi da più di cinque anni».

E tua zia intanto ha cambiato lavoro.

«Non voleva più fare la badante. Mi diceva: “Ne avrei bisogno io, di una badante”. Insomma, ha una certa età. Intendo dire che movimentare persone a quasi sessant’anni non è proprio il massimo per la schiena. Così ha preferito rivolgersi a una cooperativa e dedicarsi alle pulizie. Dice che si guadagna meno, ma è cento volte meglio. Lo credo anch’io».

E tu come hai trovato il lavoro?

«Banalmente, presentando il curriculum. Cercavano una persona con esperienza da mettere in cassa e io in Perù facevo la cassiera in un supermercato. Che dire di più? Era il mio posto».

Ti trovi bene?

«In questo momento mi piace tutto, anche il mio lavoro, anche gli orari un po’ sgangherati. Non importa».

Perché hai lasciato il Perù?

«Perché non mi dava futuro, soldi, stabilità, niente. Perché era come se fosse una gabbia, una prigione per i miei sogni. A cosa potevo ambire? Qui ho tutto: un lavoro, fra poco una casa e un marito, una vita meravigliosa».

Dove hai conosciuto il tuo futuro marito?

«In un locale in cui vado spesso con alcune amiche italiane. Lui conosceva loro, loro conoscevano me. Sai com’è. Orami sono passati tre anni, ma mi sembra ieri».

Ti chiedo una cosa poco simpatica: come ha preso la famiglia di lui il fatto che tu sia straniera?

« È solo da un anno che frequento la famiglia del mio ragazzo, ma posso dire che all’inizio non l’avevano presa proprio bene. Un po’ li capisco: magari pensavano che io fossi interessata solo alla cittadinanza. Poi quando mi hanno conosciuta e hanno saputo che lavoro, mi mantengo e, insomma, sono una persona “seria”, hanno letteralmente cambiato registro. E siamo tutti più felici».

E i tuoi?

«Mia mamma il giorno in cui le ho comunicato del “fidanzamento” aveva la voce di una che venisse informata di una tragedia. Poi l’ho vista che si è allontanata dalla webcam per piangere. Mia sorella invece volava su una nuvola, se non altro perché adora viaggiare ed è l’unica che verrà a festeggiare anche in Italia e a farmi da testimone. Mio papà non mi ha parlato per un mese circa. Sì, insomma, l’idillio è un’altra cosa. Ma, fortunatamente, adesso sono felici anche loro».

Tutto si sistema sempre.

«Esatto. Ora c’è armonia, stiamo facendo gli ultimi preparativi e presto non ci resterà che festeggiare. Non vedo l’ora».

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