Un po’ di soldi, e poi torno in Tunisia

Era un viaggio orribile, da Bologna a Lodi con l’intercity che scoppiava, nemmeno un posto a sedere, la valigia in mano, nel piccolo spazio fra un vagone e l’altro, davanti al wc. Non so perché, ma le mie esperienze con i treni sono sempre così.Lui, non gli ho chiesto nemmeno il nome, andava avanti e indietro da un vagone all’altro, sorridendo. Mi innervosiva quel suo sorridere proprio mentre io mi sentivo inferocita, con la voglia di insultare il controllore e tutti i passeggeri.Non è stata un’intervista, quella che ho fatto a questo cordialissimo ragazzo tunisino dal sorriso stampato in volto. È stata una chiacchierata, prima forzata da parte sua, poi incuriosita da parte mia e infine piacevole per entrambi.Vogliamo chiamarlo Samir? Un nome vale l’altro. Quello che conta è che Samir, venticinque anni, mi ha ricordato come a volte anche il più sgradevole dei momenti possa riservare una piacevole sorpresa: quella di incontrare una persona gentile.«Si sta meglio qui che dentro, vero? Almeno c’è un po’ d’aria».Verissimo. Non ci ho nemmeno provato, a entrare, mi basta quel che vedo da qui.«Siamo tutti tunisini. Si è diffusa via facebook la voce che ci regolarizzavano, bastava presentarsi mercoledì, giovedì o venerdì in un ufficio a Roma. Siamo arrivati da tutta Europa. Io dalla Francia, Lione, dove mi trovavo per lavoro, altri da ogni angolo di questo continente. Era una bufala, è per questo che sono tutti incavolati neri e non hanno pagato il biglietto».E intanto il treno scoppia.«Ma qui si sta bene».Per fortuna.«Lo vedi? È un po’ che va in giro alla ricerca di una sigaretta».Me l’ha già chiesta tre volte, ma io ho smesso di fumare.«Che brava, hai fatto bene».Ma sai che fatica?«Scendi a Milano?».No, a Lodi.«Conosco Lodi, ho un amico che abita in via San Colombano. Mi piace la tua città. Io vivo a Vigevano, anche lì non è male. Abito a Vigevano, ma ho avuto la fortuna di vedere buona parte dell’Italia e dell’Europa».Ah sì?«Sì, per via del mio lavoro».Cosa fai?«Monto strutture per le fiere. Lo faccio ormai da tre anni, da quando sono arrivato qui in Italia. Sono stato a Bologna, Reggio Calabria, Verona, Venezia, Milano, Torino, ho visto molte città in Germania e in Francia, mi muovo parecchio. Per questo svolgo volentieri il mio lavoro, perché mi permette di farmi una cultura e visitare l’Europa. Il mio capo ha parecchi clienti e quando ha bisogno mi chiama. Io corro».Da dove vieni, in Tunisia?«Da una città sul mare. Sei stata in Tunisia?».Sì, e devo dire che è bellissima.«Djerba?».No, una settimana in tour.«Allora sarai stata vicino a casa mia, a un passo da Sidibu Said, la città con le finestre blu».Che bel ricordo.«La mia casa è sul mare, sai che meraviglia? Senti il profumo della brezza che entra dalle finestre».Cosa ti ha portato qui?«La voglia di lavorare e di guadagnare qualcosa di più rispetto al mio Paese. Tutti quelli che vedi qui, su questo treno, probabilmente sono partiti per lo stesso motivo. Il risultato nel mio caso è stato positivo: ho un lavoro e uno stipendio decente che mi ha permesso di mettere a posto la mia casa. So che altri hanno avuto meno fortuna. Adesso mi manca solo di costruirmi una famiglia».Quanti anni hai?«Venticinque».Allora hai tempo, dai. Perché non sei rimasto in Francia, visto che la tua avventura in Europa è iniziata lì?«Perché in Francia è un caos: non ti danno la cittadinanza a meno che non sposi una francese. Sai, no?, l’anello, eccetera. Inoltre con i documenti è sempre un problema e francamente mi stavo stancando della situazione. Seguendo il consiglio di alcuni amici ho optato per l’Italia e sono contento della mia scelta: anche le donne sono più carine. E poi l’Italia è bella, guarda dal finestrino. Senti che aria piacevole?».Ero talmente inferocita che non ci avevo nemmeno fatto caso, al paesaggio. Hai ragione, è bello là fuori.«A me qui piace molto. Devo dire che la città che ho preferito in assoluto è Firenze: mi ha lasciato senza parole. Ma anche la Lombardia non è male, anzi. Forse perché sono contento di ciò che faccio e di come vivo, fatto sta che qui mi sento bene».Torni mai a casa?«Scherzi? Torno tassativamente ogni estate e lascio tutti a bocca aperta. Io sono quello che si gira tutta l’Europa, che conosce la moda, che ha visto il mondo, uno che sa vivere. Non mi perderei quelle tre settimane di gloria per niente, e dico niente, al mondo. Facciamo festa, andiamo al mare, ci divertiamo. E io che sono un chiacchierone, racconto, mentre tutti mi stanno ad ascoltare a bocca aperta».Sei un personaggio.«Ah, sì, a me piace parlare».Me ne sono accorta. Senti, ma in Tunisia tornerai solo per le vacanze?«No, no, assolutamente. Sto mettendo a posto la casa. Fra cinque anni torno in patria».E cosa farai?«Ho messo via un po’ di soldi per aprire qualcosa di mio, ho pensato a un bar, ma poi decido al momento. Basta che mi permetta di vivere, non mi serve altro. Non sono partito per stare in Italia per sempre, scherzi? In Tunisia ci sono tutti i miei amici e la mia famiglia. Qui sono di passaggio».Sai che forse sono arrivata? Sì, è già Lodi.«Bene, salutami il marito e il figlio».È stato un piacere parlare con te, davvero.«Aspetta, ti apro la porta. Ciao. Grazie e buona fortuna».Anche a te. Buon viaggio.

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