Rubriche/Lettere
Venerdì 27 Luglio 2012
Vogliono che il centro della città torni ad essere un deserto
Scrivo come semplice cliente del bar Estate Caffè, pur essendo uno degli organizzatori dell’ormai famosa serata del giovedì, chiamata «Los Jueves d’Estate». Scrivo come semplice cliente perché la caratteristica che più fa vanto al bar in questione è proprio questa: siamo un gruppo di ragazzi i quali, chi più e chi meno, hanno dato un contributo affinché si potesse creare quel giovedì sera che nelle ultime cinque settimane ha attirato sempre più persone dai paesi limitrofi fino ad arrivare ai confini del Lodigiano. Da una semplice idea, all’organizzazione concreta della serata, abbiamo reso possibile tutto ciò, e l’abbiamo reso possibile senza alcun interesse o tornaconto che non fosse quello di vedere soddisfatti i nostri sforzi. Chiunque abbia all’incirca la mia età, ricorderà la desolazione che regnava nel centro di Casale fino a pochi anni fa, quando gli amici di Codogno vincevano ogni sfida campanilistica rinfacciandoci il fatto che per divertirci dovessimo per forza andare nella loro città. Ora che la tendenza si è invertita, grazie ai quei locali che per primi hanno iniziato a rinvigorire le vie del nostro centro, ora che Casale fa invidia a tanti paesi, e ora che il giovedì casalino ha la forza di calamitare un vasto numero di persone, è arrivato il divieto di andare avanti col nostro «Jueves». Forse a qualcuno, per svariati motivi, non è mai stata simpatica questa serata, e finalmente ha avuto la magra soddisfazione di fermarci. Le giustificazioni dell’amministrazione per questa scelta, sia chiaro, sono legittime, ma mi permetto di dissentire su alcuni aspetti. Le numerose lamentele dei cittadini pervenute in Comune (che assai mi incuriosiscono) riguardano la musica a ora tarda (in realtà a mezzanotte la musica si ferma) e le discussioni tra le persone. Innanzitutto, vorrei invitare gli interessati a farsi un giro il giovedì sera, per notare il diffuso senso di civiltà tra la gente (mai nessun battibecco, e si notino i numerosi che aiutano volontariamente nella raccolta dell’immondizia prima di rincasare). In secondo luogo penso che la musica non dia tanto più fastidio del normale rumore prodotto nelle altre sere e nelle altre zone. Inoltre, abitare in centro ha i suoi pro e i suoi contro: così come chi abita vicino alla stazione sa che i treni fanno rumore e chi abita vicino alla discarica sa che non sentirà profumo di rose, anche l’abitante del centro dovrebbe essere un poco più tollerante. Purtroppo, poi, chi è infastidito della musica e dal divertimento, è anche quello che al mercato si lamenta (o lamentava) che «a Casale non fanno mai niente». Per quanto riguarda la viabilità, resa difficoltosa dalle persone che stazionano sulla carreggiata, non sono pochi quei locali che anche nelle altre e più grosse città, a causa della numerosa clientela, rendono difficoltoso il passaggio nella via in cui sono collocati, ma non per questo gli viene impedito di lavorare e continuare a attrarre clienti. Los Jueves non è la prima festa che crea confusione nel centro di Casale, è anzi l’ultima di una lunga serie, e il fatto che essa sia riuscita molto meglio di altre, il fatto che rappresenti un tale richiamo, non dovrebbe essere visto come un problema. O perlomeno non dovrebbe essere visto come un problema da parte di qualunque Amministrazione che abbia (come razionalmente e logicamente dovrebbe essere) a cuore il bene della propria città. Io e tutti i giovani del Lodigiano, auspichiamo quindi in un rapido ripensamento da parte di chi non ci vuole bene, perché, il bastone che è stato messo fra le nostre ruote, per noi significa solo una cosa: qualcuno vuole che il centro della nostra città torni a essere un deserto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA