Voglio urlare a gran voce che siamo tutti infami e cornuti

Ho riflettuto prima di scrivere questa lettera per esprimere tutta la mia personale vicinanza e solidarietà a Giulio Cavalli. Qualcuno mi dice che tutto ciò lo si esprime diffondendo il suo lavoro e il suo impegno. Questo è vero, è pleonastico per quanto mi riguarda affermarlo, ma sono arrivato alla conclusione che, in questo mondo sempre più assuefatto a situazioni di questo tipo tanto che quasi non vengono rilevate dall’osservatore distratto quale rischiamo tutti di diventare, presi inevitabilmente dai nostri problemi, sia importante che chi lo sente sgorgare dal profondo urli a gran voce il proprio sdegno e la propria preoccupazione. Per questa ragione non voglio affermare che sono vicino a Giulio perché lui lo sa come sa che questa vicinanza non è legata temporalmente all’emergenza contingente degli ultimi accadimenti e che sono a sua completa disposizione per esprimere tutto ciò nei modi che saranno più utili a lui e al suo lavoro. Non ho bisogno di affermare quanto rientra nei rapporti personali tra due esseri umani. Quello che voglio urlare a gran voce è che siamo tutti “cornuti e infami” e vorrei che tanta gente si unisse a questo grido. Non un grido di dolore ma al contrario di rabbia perché dobbiamo ribadire a gran voce che noi siamo come Giulio, “noi siamo Giulio”, noi siamo diversi da chi, anche nella nostra vita di tutti i giorni, vuole conquistarsi potere, grande o piccolo che sia, con la sopraffazione e la violenza.Cordiali saluti

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