
Leggendo l’articolo de Il Cittadino pubblicato il 25.06.2015, dal titolo “La Provincia di Lodi molla la Discarica di Cavenago, e punta a vendere la sua quota (pari al 20% del capitale) in Ecoadda”, tramite la partecipata EAL S.p.A. (Energia e Ambiente Lodigiana) mentalmente e con l’ausilio di documenti in mio possesso di quando ero consigliere comunale di minoranza (elezioni perse per soli 11 voti) dal Maggio 2003 al Maggio 2008, ho ripercorso la grottesca e pazzesca vicenda della Discarica di Soltarico. Nel primo Consiglio Comunale il gruppo di cui ero componente chiese ufficialmente che la Discarica venisse chiusa adducendo motivazioni sia tecniche che ambientali serie ed esaustive (i documenti sono agli atti). Con il passare del tempo la nostra azione diveniva sempre più incalzante anche a fronte di risposte ufficiali evasive e negative. Si arriva così a Settembre del 2007, dove nel Consiglio Comunale per la prima volta tenutosi a Caviaga, vi fu un vero e proprio scontro tra maggioranza ed opposizione sul punto all’ordine del giorno “Acquisto da parte del Comune di Cavenago dell’area sulla quale insistono i Lotti 1 – 2 – 3 (area più estesa) di proprietà della Provincia di Lodi per un valore a stima periziale di 473.000 Euro, ed esposizione dei contenuti della convenzione stipulata il 03.07.2007 n° di repertorio 7.918 e n° 3.623 di allegato davanti al notaio Amedeo Venditti, che disciplinava i rapporti tra comune di Cavenago ed Ecoadda relativamente al ricongiungimento delle due sommità della Discarica ”. Il Comune di Cavenago NON aveva NESSUN vincolo di acquistare l’area della pattumiera e nessun interesse economico ma lo scopo era di togliere le castagne dal fuoco, relative alla Discarica, all’allora Giunta Felissari. Tanto che l’11 Marzo 2008 con delibera n° 15 il Consiglio Provinciale (Felissari era assente) votava con 10 voti a favore ed 8 astenuti l’alienazione dell’area. Nel Maggio 2008 a Cavenago il centro sinistra perde le elezioni, la nuova amministrazione di Centro Destra 5 anni dopo, ufficializza il diniego del comune di Cavenago, relativo all’acquisto dell’area (non saprei quali problemi patrimoniali alla Provincia possa avere creato il rifiuto dell’acquisto motivato dell’area) il Sindaco ha fatto molto bene l’interesse della comunità in questo specifico caso. Riguardo i contenuti della convenzione, per farla digerire il Sindaco di allora ha sottolineato un fatto tanto decantato (la frase è trascritta integralmente dalla Convenzione): “ L’ingresso in parte del capitale 20% della società Ecoadda S.r.l. della società Energia e ambiente lodigiana S.p.A. La cui presenza, in considerazione della sua natura di Società a partecipazione pubblica deputata all’esercizio delle attività di gestione di rifiuti in ambito territoriale della provincia di Lodi, avrebbe ulteriormente garantito e tutelato il comune di Cavenago “. Alla luce dei recenti fatti giudiziari (la Discarica è stata posta sotto sequestro il 12.03.2015 per: Inquinamento delle acque di falda sottostanti, Traffico di rifiuti non autorizzati e Falso. Battaglia affrontata per anni e denunciata dal Comitato e da pochissimi politici seri e coraggiosi) in questi anni l’Ente pubblico a cui fa capo Eal S.p.A., gestito dai Signori Felissari, Foroni e Soldati in che modo ha tutelato il Comune? Le quote in possesso della Provincia sarebbero svendute. Sarebbe utile e serio che la Provincia pensi a risolvere la questione della proprietà delle aree su cui sorge la Discarica perchè i proprietari sono: Provincia, Comune di Cavenago, ed Ecoadda. Si è sicuri che la vendita si possa effettuare in quanto il bene è gravato da sequestro? Ciò non toglie che la Provincia sia corresponsabile dei fatti gravi fino ad ora accertati e alcuni Signori presto dovranno spiegare a tutti i cittadini il perché della loro poca capacità politica, della poca lungimiranza ma soprattutto del poco coraggio dimostrato fino ad oggi nell’affrontare questioni serie, pericolose e mal gestite anche grazie alla loro poca capacità e serietà. Vorrei concludere sostenendo che in alcuni ambienti, la patata bollente sta scottando nelle mani di qualcuno che pensa sia sufficiente disfarsene per sentirsi sollevato.
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