Un errore considerare marginali le questioni legate ai valori

Caro Direttore, ho letto l’intervento di Alessandro Lorenzano, sindaco di San Giuliano Milanese, pubblicato da il Cittadino nell’edizione di lunedì 6 agosto. Desidero così commentare due passaggi del suo intervento. Lorenzano scrive: “L’approccio al tema delle Unioni Civili è un esempio da cui trarre insegnamento: è un errore trasformare una questione strettamente legata alla vita privata delle persone in una discriminazione. Anziché dare spazio a dannosi motivi di divisione, sulle alleanze per salvare il Paese bisogna mettere in campo energie su ciò che unisce”.Non sono d’accordo. È, infatti, un grave errore considerare marginali, ai fini di ipotetiche alleanze, le questioni etiche, come quelle connesse con i cosiddetti valori “non negoziabili”, come la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e – aggiungo – come il Diritto alla vita di ogni essere umano sin dal suo concepimento e in tutto l’arco del suo sviluppo sino alla morte naturale. È un grave errore non per motivi religiosi, ma del tutto razionali. In questa sede non giustifico questa mia affermazione riportando cifre e dati statistici, peraltro consultabili anche nel sito dell’Istat. Mi limito a far presente che, se lo Stato italiano continuerà ad essere assente in tema di politica familiare e a considerare non riformabile la legge 194, che dal 1978 consente l’aborto procurato, non si uscirà dal tunnel della stessa crisi finanziaria ed economica. E le tasse continueranno inesorabilmente ad aumentare! È una questione di matematica. Pertanto le alleanze per il prossimo governo nazionale, ma non solo, dovranno essere costruite avendo ben chiari questi dati di fatto.Lorenzano scrive poi: “La creazione degli Stati Uniti d’Europa è la sfida che gli Stati membri devono cogliere ed affrontare; ancora una volta, spetta alla Politica trovare risposte e soluzioni”. Su questo siamo perfettamente d’accordo, ma occorre fondare gli Stati Uniti d’Europa sul riconoscimento che l’embrione, il bambino non ancora nato è uno di noi e ha il diritto di poter nascere. Le considerazioni fatte sullo Stato italiano valgono anche per l’Europa.Colgo così l’occasione per invitare tutti, cristiani e non, ad impegnarsi affinché abbia il massimo successo la campagna europea “Uno di noi” promossa dal Movimento per la vita italiano. Si tratta di aderire ad una petizione, con la quale, in base al Trattato di Lisbona e al successivo regolamento, si chiede appunto di riconoscere che il bambino non ancora nato è uno di noi e che ha diritto alla vita. La petizione per essere discussa dal Parlamento Europeo dovrà essere sottoscritta da almeno un milione di cittadini europei di almeno sette Stati dell’Ue. La raccolta delle adesioni terminerà il 10 maggio 2013. Le informazioni sulla modalità per raccogliere le adesioni (non è necessaria l’autenticazione delle firme) si trovano nel sito www.mpv.org.

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