Abbiamo letto con interesse l’articolo sull’autismo pubblicato dal Cittadino lo scorso 10 gennaio, in cui si riportavano i dati più recenti sulla diffusione di questa grave patologia, fortemente invalidante. In Lombardia un bambino su 100 soffre di disturbo autistico e la proiezione è quindi di circa 150.000 persone toccate dalla malattia. Una città. Un bimbo su 100 soffre di autismo: quell’uno, quel bimbo, è nostro figlio. Diagnosi difficile da ottenere e da accettare, malattia che spesso lascia nello sconforto dell’impotenza non solo i genitori della persona colpita ma tutti i familiari, gli amici, i conoscenti. Tutti coinvolti, tutti danneggiati: difficile capire, difficile intervenire, difficile a volte anche aiutare chi è in difficoltà. Cercare – e trovare – una soluzione, o almeno un rimedio alla sofferenza, diventa la priorità, l’unico pensiero, ma pochi, pochissimi trovano risposte adeguate e interventi di cura mirati ed efficaci.Noi, qui a Lodi, siamo tra quei privilegiati.Da quattro anni 20 bambini e ragazzi con una diagnosi di disturbo dello spettro autistico vengono quotidianamente accolti dalla Fondazione Danelli per un intervento riabilitativo intensivo che prevede terapie comportamentali Aba (Applied Behavior Analisys) riconosciute e dimostrate valide scientificamente, nonché sedute settimanali di acquarelazione, logopedia, musicoterapia e attività di gruppo per imparare a giocare tra pari, sì, a giocare, perché anche questo va appreso in modo strutturato dai nostri bambini che non riescono, spontaneamente, a imparare l’importanza dei turni e della reciprocità.In questi anni abbiamo visto progressi oggettivi e misurabili, abbiamo recuperato la speranza nel futuro e ricominciato a vivere. E abbiamo visto – che emozione! - due bambini ottenere tanto vantaggio dal percorso riabilitativo da non avere più bisogno di interventi quotidiani.Alcuni genitori hanno viaggiato in Italia e all’estero, alla ricerca di soluzioni adatte a far stare meglio i propri figli e, alla fine, hanno trovato proprio a Lodi, in questa piccola provincia lombarda, delle alte professionalità che – con generosa lungimiranza - hanno fatto partire dapprima un progetto speciale e poi un percorso che dura nel tempo per aiutare venti bambini e le loro famiglie a tornare a vivere.Negli anni, alcuni genitori hanno lasciato perché i chilometri da percorrere ogni giorno, in auto, con qualsiasi clima, erano troppi, alcune terapiste hanno lasciato per avviare lo stesso percorso terapeutico in altre province, raggiungendo altri bambini e sollevando altre famiglie dall’angoscia della solitudine.Ma altre famiglie sono state accolte e i bambini continuano la propria strada, migliorando e imparando a imparare per essere in grado, domani, a essere autonomi il più possibile.Come Comitato genitori desideriamo ringraziare il Cittadino per aver dedicato spazio e attenzione a una patologia emergente e alle difficoltà enormi che le famiglie dei bambini colpiti incontrano oggi. È giusto far conoscere la portata del problema ma è altrettanto necessario far sapere che proprio a Lodi ci sono le competenze, le energie e un grandissimo spirito di solidarietà che – unite insieme – hanno permesso di raggiungere grandi risultati.
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