Un anno di commissario prefettizio: perché nessuno chiede scusa alla città?

Gentile direttore,

ho letto sulle pagine del Cittadino la cronaca del consiglio comunale di martedì sera 31 maggio e mi è parso di capire che nessuno, a partire dalla signora vicesindaco, abbiamo pronunciato le parole: «Chiediamo scusa, noi non sapevamo nulla, tutto quanto sta accadendo è solo colpa di un personaggio finito a San Vittore». Se le scuse non sono mai state pronunciate e se nessuno dei componenti della giunta ha preso le distanze ufficiali dal tragico evento che rimarrà scritto nella storia della città di Lodi (quando mai un sindaco è stato portato in carcere?), potrebbe significare che tutti erano al corrente, ma hanno preferito e preferiscono stare zitti. Non si spiegherebbe perché non è mai stato diffuso un comunicato scritto da parte della giunta comunale su quanto è stato registrato in Comune.

Lodi si ritroverà così un commissario prefettizio per un anno intero, con tutto il blocco amministrativo che ne seguirà. È possibile, a questo punto, immaginare che le scuse pubbliche arrivino almeno dal signore che è finito a San Vittore? Dal 3 maggio il sindaco di Lodi è agli arresti. È passato un mese da allora, vorrei ricordare che le scuse, qualora dovessero arrivare alla città, saranno comunque tardive.

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