Titolo a picco, è ingiusto incolpare chi è arrivato dopo

Caro Direttore, ho letto sul Cittadino del 30.5.2011 la lettera, giustamente evidenziata e ben documentata, sull’andamento del titolo Banco Popolare.

Premetto di non avere titolo di riconoscenza per il dott. Saviotti (caso mai il contrario perché il Banco, nonostante le avesse chieste e forse ora già ottenute dal dott. Fiorani, si sta attivando per il recupero delle sanzioni irrogate da Consob e Banca d’Italia agli ex amministratori, fra cui il sottoscritto, prosciolti da ogni addebito dall’Autorità Giudiziaria) ma mi sembra ingiusto incolpare chi è arrivato dopo per i fatti che, a mio avviso, giustificano in buona parte l’andamento del titolo. Occorre riandare al gennaio 2007 quando la Banca d’Italia iniziò l’ispezione all’Italease (eredità Banco Popolare di Verona e Novara); quanto poi avvenuto è noto: esempio Il Sole - 24 Ore Plus 5.9.2009 «Italease e quel falò da due miliardi in 24 mesi».

Piuttosto il firmatario della lettera dovrebbe domandarsi perché è stata autorizzata, e votata, la fusione Banco Popolare di Verona e Novara - Banca Popolare Italiana, avente efficacia dal 1.7.2007.

Comunque allora il dottor Saviotti non c’era mentre per il recente aumento di capitale il prospetto informativo non nascondeva la situazione fiscale (in gran parte eredità Italease); chi avesse letto (fra le centinaia ) la pagina ivi dedicata poteva prendere le sue decisioni. Coi migliori saluti.

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