Sulla vicenda della casa del Popolo una lettera strumentale e di parte

Egregio direttore,non sono un frequentarote della Casa del Popolo di Lodi, ma la lettera che compare a firma del signor Andreoli sul Cittadino e sulla «home page» del giornale da Lei diretto mi pare assai strumentale e di parte.Come immagino che Lei sappia, i circoli, siano essi «colorati» politicamente o semplicemente luoghi di aggregazione come gli oratori, se dispongono anche di un punto di ristoro (per esempio un bar), sono tenuti a far pagare l’adesione ad una «sovrastruttura», sia essa chiamata ARCI o NOI, per essere esentati dagli adempimenti burocratici e fiscali che, altrimenti, sarebbero tenuti ad espletare (per esempio, il registratore di cassa, con tutto ciò che ne consegue).Se l’artista che l’Andreoli ha portato, nella speranza di procurargli un po’ di lavoro, è stato trattato poco civilmente, allora sì, puntualizziamolo e stigmatizziamolo. Ma reclamare perché alla Casa del Popolo bisogna accedere solo se tesserati, mi sembra quantomai da disinformati. E mi permetta, egregio direttore, anche pubblicare la lettera senza commenti e chiarimenti da parte del Suo giornale mi pare strumentale o approssimativo.Comunque, con stima per il lavoro che fate, e con i più cordiali saluti.

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