Speriamo che in corso Adda la Ztl possa diventare permanente

Vorrei esprimere qualche opinione sulla questione dell’istituzione, in via sperimentale - limitata alla domenica mattina e per un periodo di 30 giorni - di una Zona a Traffico Limitato nel tratto di C.so Adda compreso tra la fine di C.so Umberto e Via S. Francesco. L’occasione per scriverne è offerta dalle reazioni, in verità piuttosto scomposte, alla prima Domenica di chiusura. Due titoli, tratti dal Cittadino del 9 e del 10 maggio, sintetizzano bene l’atteggiamento drastico del giornale: “Macchè ztl, è una zona deserta”, il primo e “Corso Adda, quella ztl è da bocciare” quello successivo. Il tono degli articoli non è diverso: ci si dilunga sul numero di negozi aperti il pomeriggio della domenica e nel numero del 12 maggio si intervista il segretario dell’Unione del Commercio che invita il Comune a fare sull’argomento, in buona sostanza, una bella marcia indietro (giusto per rimanere in tema).

Curioso: la validità dell’istituzione di una Zona a traffico limitato non viene giudicata dall’impatto sulla vivibilità di quell’area, dai suoi possibili effetti sulla salute degli abitanti e sulla riduzione del traffico e dell’inquinamento, ma dal numero dei negozi funzionanti la domenica pomeriggio (come se nel resto della città restassero aperti…) e dalle ricadute sul commercio della Zona a Traffico Limitato.

Sarebbe come se si giudicasse l’utilità di un giornale, poniamo “Il Cittadino” stesso, non dal ruolo che svolge nell’ambito dell’informazione, ma da quante volte le sue pagine vengono utilizzate per pulire i vetri o per evitare che i tavolini ballino. Oddio, forse gli esempi in questione non sono quelli più adatti, forse qualcuno potrebbe pensare che quelli indicati siano davvero gli usi migliori per certa carta stampata (penso a fogliacci come “Libero” o “Il Giornale”), ma credo che il paragone renda bene il paradosso. Val la pena di ricordare quali dovrebbero essere gli obiettivi di misure di limitazione del traffico quali le ZTL, così come anche il vigente Piano Urbano per la mobilità del Comune di Lodi li descrive: riduzione della pressione del traffico e dell’inquinamento relativo, riqualificazione ambientale, sostegno della mobilità ciclabile e pedonale.

Se le cose stanno così, e non potrebbe essere altrimenti, cosa ci azzecca la conta dei negozi aperti la Domenica pomeriggio? Perché il segretario dell’Unione del Commercio, quasi che la decisione di prendere provvedimenti di riduzione del traffico fosse un semplice appendice della strategia commerciale del Comune, viene ritenuto giudice privilegiato della bontà dell’esperimento? Perché non chiedere il parere di pedoni, ciclisti, mamme con le carrozzine, anziani, disabili, la cui mobilità viene favorita da provvedimenti di questo genere? Perché non ricordare che l’aria di Lodi, così come quella delle altre città lombarde fa schifo, e che a marzo erano già 35 i giorni di sforamento della soglia limite di PM10 o che per inquinamento atmosferico e polveri sottili si muore (16 persone al giorno in Italia), e che il Comune ed il Sindaco in prima persona, quale ufficiale sanitario, hanno il dovere di prendere provvedimenti che tutelino la salute dei cittadini?

Forse accade perché in realtà, in città, continua ad esserci chi le ZTL, le isole pedonali non le vuole ed “Il Cittadino”, purtroppo, giudicando dai commenti su questa vicenda sembra porsi tra questi. Non è possibile che in molti, tra cui il timorosissimo Comune di Lodi che non muove un passo in tal senso per paura di irritare i commercianti, continuino a considerare prioritaria, in modo del tutto miope ed artificioso, la tutela degli affari rispetto alla salvaguardia della salute.

I commercianti di Corso Adda, che mi permetto di ringraziare per la loro iniziativa, l’hanno compreso: le due cose possono camminare di pari passo. Speriamo che lo capiscano anche “Il Cittadino” e, soprattutto, la Giunta Comunale di Lodi e questa piccola parte di ZTL possa diventare, senza tentennamenti e velocemente,una realtà permanente per 365 giorni all’anno.

Lele Maffihttp://verdastro.wordpress.com/

È forse colpa nostra se l’esperimento dell’allargamento della Ztl in corso Adda è miseramente fallito? È colpa del “Cittadino” se un alto numero di commercianti ha chiesto l’avvio dell’iniziativa e poi ha tenuto i negozi chiusi?

Che servizio avremmo reso alla città facendo passare sotto silenzio i disastrosi esordi dell’esperimento avviato da amministrazione comunale e commercianti, che finiscono solo per mettere in cattiva luce i progetti di chi vuole veramente una città più vivibile?

Segnaliamo a Lele Maffi (dal quale “Il Cittadino” non intende prendere lezioni) e a tutti i lettori che sul nostro sito è attivo da qualche giorno un sondaggio dedicato proprio all’allargamento della zona pedonale nel centro storico di Lodi: sino a questo momento hanno risposto in 200, solo il 51 per cento si dichiara favorevole a una Ztl più ampia.

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