Non si è mai abbastanza preparati, a niente, e men che meno ad una tragedia come questa e non lo è neanche chi, come gli Scout, ha come motto quasi imperativo “ESTOTE PARATI”. Certamente l’esortativo evangelico è ad essere pronti, perché non si sa quando viene il momento di lasciare questa vita, passeggera e un po’ effimera, per una più duratura e vera, la quale così prematuramente, ha già accolto Altea.“Non piangete per lei”, implorava suo papà nella veglia della prima sera, “Altea è in cielo che corre leggera tra le nuvole”.Il mio primo pensiero è per lei, fanciulla delle mie scuole, e ai suoi genitori, inumanamente provati e cui solo la speranza di poterla un dì rivedere, può essere di conforto. Lascio ad altri in quest’ora tristissima, tutte le considerazioni, più che giuste peraltro, sulla necessità di mettere in sicurezza le strade e di educare ad una guida responsabile punendo severamente i trasgressori, e voglio invece pensare alle persone che hanno conosciuto Altea e che ora la piangono nel dolore più profondo.Ai suoi cari, affranti e inconsolabili, ai compagni di scuola, così grandi e così fragili, agli scout, teneri ed impavidi, con cui ha percorso un lungo tratto di Strada e che l’han vista andar via…Ma è soprattutto ai suoi capi, ai Capi Scout, questi meravigliosi “cretini vestiti da bambini”, secondo un’iconografia superficiale quanto stupida, che mi sento di essere vicino.“Non lasciamoli soli” diceva Paolo Denti in una bellissima lettera ospitata su queste pagine.Sono una risorsa preziosa, una ricchezza rara, giovani di questo mondo e di questo tempo, né più, né meno , e come tutti gli altri giovani bistrattati e sottostimati, bamboccioni e sfigati, choosy e lavativi, ma che sanno scegliere responsabilmente, tra il tanto nulla che spesso vien loro proposto, un impegno concreto e gratuito di formazione e crescita con altri giovani più giovani, proponendo e condividendo valori che sanno ancora di consapevolezza, responsabilità, sacrificio, solidarietà, bellezza.
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