Rubriche/Lettere
Mercoledì 07 Novembre 2012
Sono tanto triste per il mio amico carabiniere alto e grosso
Buongiorno direttore, sono un bambino, mi chiamo Tommaso e ho quattro anni e mezzo. Non so ancora scrivere, anche se imparerò presto. Ho però vissuto, da bambino, una storia molto bella e gliela voglio proprio raccontare. A scriverla ci penserà mio nonno Franco. Deve sapere, caro direttore, che, quando non c’è scuola e il tempo è bello, io e il nonno facciamo talvolta delle belle passeggiate in città o ai giardini. E così abbiamo conosciuto un carabiniere alto e grosso di nome Giovanni, anche lui sempre in giro per la città. La storia della grande amicizia tra me e Giovanni è incominciata proprio per questo, perché le mie passeggiate e le sue spesso si incrociavano. All’inizio ero un po’ in soggezione, per la sua statura e la divisa e il grande cappello, poi ci ha pensato Giovanni a farmi vincere la timidezza, con i suoi sorrisi e le sue battute, e siamo diventati grandi amici. Mi dava anche dei consigli. Pensi che un giorno mi ha detto, con il suo vocione inconfondibile : “Tommaso, mi raccomando, studia, studia”. Credo che me lo ricorderò sempre. O almeno così spera mio nonno Franco, che ha la casa piena di libri. Io invece da grande voglio fare il muratore. Visto che eravamo così in confidenza, un giorno ho pensato di fargli un regalo. Si avvicinava la Pasqua e alla scuola materna di Via Padre Granata, con i miei amici Davide e Leonardo, facevamo tanti cartoncini colorati, con le uova bianche e i pulcini gialli. Ho pensato che potevo disegnarne uno anche per il mio amico carabiniere. Così ho fatto, e mi era venuto proprio bene. Il nonno mi ha suggerito di metterlo in una busta e siamo usciti insieme per fare un giretto in città, sperando di incontrare Giovanni e consegnargli il disegno di persona. Purtroppo quel giorno non ci siamo incrociati. Mio nonno ha avuto allora un’idea meravigliosa. “Portiamoglielo direttamente in caserma”, ha detto. Così siamo andati in Via S. Giacomo e abbiamo lasciato la busta per Giovanni al piantone, che ci ha ascoltati perplesso e ci ha guardati un po’ strano, a dire il vero. Il giorno dopo Giovanni dice al nonno di aver lasciato a casa qualcosa per me. Al ritorno dalla scuola ho aperto con trepidazione il pacchetto del mio amico carabiniere. Sa, direttore, cosa c’era nel pacchetto? Il modellino perfetto di un gippone blu con la scritta “carabinieri” sulle fiancate e anche un bigliettino con scritto sopra “per il mio amico Tommaso”. Ora la jeep è in un cesto nella mia cameretta insieme ai miei giocattoli più cari. Il nonno mi ha detto ieri, ed era molto triste, che Giovanni è stato trasferito in un’altra città. E che non lo vedremo più. Anch’io sono triste, ma sono certo che anche i bambini della nuova città in cui è andato gli vorranno bene come gli ho voluto io. E lui ne vorrà tanto anche a loro. Però, se deve fare un regalo a un altro Tommaso, non gli regali, per favore, una jeep come la mia.
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