Sono legittime e giustificate soltanto se straordinarie

In merito ai 235mila euro di consulenze riteniamo che la situazione vada approfondita meglio.Il problema delle consulenze, infatti, si concretizza qualora alcuni dei servizi esternalizzati avrebbero potuto essere espletati dal personale comunale. Il problema quindi non risiede nella consulenza in sé, ma bnel “quanto” si ricorre a questa tipologia di esternalizzazione e nel “perché” vi si ricorre. Anche la Corte dei Conti si è espressa in questa direzione, sostenendo che le consulenze “sono legittime se giustificate da necessità straordinarie e nel caso in cui le risorse interne non riescano a soddisfare particolari e complesse esigenze”. Spesso però questo basilare principio non viene rispettato e gli esempi di abuso delle consulenze a livello nazionale, purtroppo, non mancano. Non sappiamo se alcuni dei casi citati da Il Cittadino rientrino tra la tipologia delle “consulenze facili”, ma di sicuro riteniamo che sia necessario approfondire il tema e ci muoveremo fin da subito in questa direzione. Inoltre vorremmo sottolineare come spesso la consulenza rappresenti una necessità a cui le amministrazioni devono ricorrere per sistemare problemi causati dalla loro inefficienza. Pensiamo ad esempio ai ritardi con cui le amministrazioni pubbliche pagano i fornitori privati, ritardi che spesso espongono l’ente pubblico a cause civili con il solo fine di poter esigere i pagamenti dovuti. In tutti questi casi quindi l’amministrazione deve sostenere delle spese per consulenze legali che risultano in quel frangente motivate, ma che sarebbero potute essere evitate semplicemente mantenendo fede agli impegni presi.

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