Nonostante la posizione del Pd sul deposito gas di Cornegliano sia chiara e nota, mi vedo costretto a intervenire nuovamente sulla questione a causa dell’insistenza con cui il Movimento 5 Stelle sostiene alcune cose lontane dalla verità. Dopo aver insinuato che la risposta del Ministero dello Sviluppo Economico all’interrogazione presentata dall’on. Guerini fosse addirittura un falso, di fronte alla prova del contrario (che a scanso di ogni ulteriore dubbio ripropongo in allegato), i 5S affermano ora che il documento sarebbe quasi stato “secretato”, impedendone l’accesso all’opinione pubblica. Da qui deriva inoltre l’accusa al Pd di “giocare da solo” la partita sul deposito gas di Cornegliano. Le cose, in realtà, stanno esattamente all’opposto. Il Pd è stata l’unica forza politica che attraverso i suoi esponenti nelle amministrazioni locali ha espresso chiaramente il suo “no” al deposito con atti ufficiali e che ha promosso momenti di confronto su questo delicato tema aperti a chiunque: altre forze politiche, Comitato di cittadini, amministrazioni locali. Lo ha fatto in maniera trasparente, evitando qualsiasi strumentalizzazione e tentazione di sventolare bandiere di presunti primati che non sarebbero servite a nulla, mentre il nostro intento è sempre stato quello di costruire una posizione del territorio unitaria ed il più possibile condivisa, a differenza delle fughe solitarie di chi in passato ha espresso pareri favorevoli all’impianto e sottoscritto accordi con chi intende realizzarlo. La risposta del Mise all’interrogazione dell’on. Guerini è stato uno dei contributi portati dal Pd a questo confronto: un contributo importante, con la posizione ufficiale del Governo su un aspetto rilevante della questione, che ha chiarito definitivamente che le nuove e più stringenti misure di prevenzione definite nelle linee guida scaturite dallo studio Ichese verranno applicate anche al deposito di Cornegliano, se verrà effettivamente realizzato (prospettiva che noi continuiamo ad auspicare non si verifichi, chiedendo intanto che dopo quella in scadenza a dicembre non vengano concesse ulteriori proroghe). Di questo documento si è discusso in incontri, si è parlato sulla stampa ed è entrato nel dibattito delle istituzioni (per esempio in consiglio comunale a Lodi): dove starebbe il “segreto”? La trasparenza non è solo pubblicare su internet: è soprattutto dire come stanno le cose e presentarle per quello che sono. Per esempio, è dire che non è vero che la Commissione Europea ha affermato “la necessità di una consultazione popolare” sul deposito di Cornegliano, perché in questo modo si induce la gente a pensare che la realizzazione dell’impianto è legata ad un “sì” o un “no” ad un referendum, mentre in realtà il commissario Ue per l’ambiente, Karmenu Vella, si è limitato a constatare che se l’impianto “rientra nel campo di applicazione della direttiva Seveso III (…)deve essere istituito un piano di emergenza esterno e la popolazione interessata deve essere consultata in merito (al piano di emergenza, ndr)”. C’è una bella differenza e non riconoscerlo (questo sì) è “giocare da soli”.
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