Solo tutti assieme possiamo provare a salvare la Polenghi

Mentre l’azienda e i sindacati lavorano ad un accordo, a San Grato si fa strada l’idea che solo mobilitando istituzioni, imprese, cittadini si possa fare qualcosa per salvare la Polenghi da una fine ingloriosa. La presentazione alle organizzazioni sindacali, a Bologna il 13 novembre scorso, del Piano Industriale del Gruppo Newlat, definito dalle organizzazioni sindacali “Riorganizzazione con forti investimenti, orientato al futuro nel breve lungo termine” ha ribadito nei contenuti la volontà della società di perseguire la linea tracciata di 234 esuberi a livello nazionale, confermando pertanto i 38 per il sito di Lodi. Per Lodi i 38 esuberi, sono stati differenziati. 15 fra loro sono legati a doppio filo ai nuovi investimenti che la società vuole effettuare: più precisamente, 900 mila euro in macchinari per il reparto mascarpone e 1700 mila euro in nuove centrali termiche e frigorifere, con un risparmio energetico del 34% rispetto ad oggi. I restanti 23 esuberi, invece, riguardano i minori volumi da produrre (21) e la riorganizzazione aziendale (2). Il 20 novembre scorso c’è stato un ulteriore incontro tra l’azienda e le organizzazioni sindacali, dove si è stilato un verbale di accordo. Rispetto alla procedura di mobilità, nel documento i 38 esuberi sono stati per il momento scongiurati e per 25 di essi si è aperta la strada della cassa integrazione straordinaria a zero ore, e la previsione della possibilità di forme di riduzione oraria mensile per i restanti lavoratori. Il Gruppo Newlat ha messo in campo anche degli incentivi, pari alla normativa in vigore, l’equivalente dello stipendio di 6 mesi. Si è ottenuto un risultato, dopo 10 ore di trattativa, anche se non è mai un successo quando si decide sulla pelle dei lavoratori. Tale accordo, illustrato e discusso in una assemblea dei lavoratori Newlat Ex Polenghi Lombardo di San Grato, giovedì scorso, è stato recepito con molta tensione e dubbi. Le preoccupazioni restano. La mancanza di volumi produttivi, insufficienti per una produzione a pieno regime nel sito di Lodi, infatti, mette molta ansia ai lavoratori e pone serie preoccupazioni per il futuro, visto anche il residuo numero di lavoratori in forza. L’idea che oramai ognuno ha in animo è che si sia arrivati al capolinea, se non ci saranno eventi nuovi per salvare il sito, la professionalità dei lavoratori, la tradizione lattiero casearia del territorio. Il territorio deve essere solidale con gli operai dell’ex Polenghi Lombardo di Lodi impegnati per salvare il posto di lavoro e il loro futuro. Il travaglio di questi lavoratori va capito, come pure quelli di tutti i lavoratori che operano in aziende in crisi, nel lodigiano e in Italia. Non si può rimanere indifferenti di fronte al dramma di tanti padri di famiglia, di tanti cittadini e lavoratori. Il momento che il nostro Paese sta vivendo è semplicemente terribile, a nulla servono le rassicurazioni e l’ottimismo. Il PIL crolla, la disoccupazione aumenta e il Governo Monti non ha fatto nulla per impedire che si concretizzasse questo drammatico esito. Non ci voleva un genio per accorgersi che una politica fatta di tagli e di tasse, troppe volte assurde e scriteriate, non poteva che avere effetti negativi sulla nostra asfittica economia. Ogni giorno di più si ingrossano le file dei disperati, degli emarginati, dei senza lavoro, e c’è da chiedersi se di fronte a tutto questo un Governo non eletto dal popolo, può continuare a programmare una politica che non abbia al centro lo sviluppo ed il lavoro. I lavoratori dell’ex Polenghi Lombardo di Lodi sono gli ennesimi lavoratori che si aggiungono alla lotta di migliaia di persone per la difesa della loro dignità e dei loro diritti. L’appello è a tutto campo: dalle istituzioni, agli imprenditori, dagli agricoltori alle associazioni, dai commercianti alla GDO. Solamente tutti insieme possiamo provare a salvare il sito di Lodi della Polenghi Lombardo.

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