Siamo sicuri che ci sia la copertura finanziaria dei privati?

Spett. Direttore del Cittadino, abbiamo letto con attenzione sul vostro giornale la notizia che la Corte dei conti ha sbloccato il faraonico progetto TEM pertanto, a breve, potrebbero iniziare i lavori per la sua realizzazione.Fermo restando la nostra contrarietà a quest’opera disastrosa per il nostro territorio, per le motivazioni che in diverse occasioni abbiamo espresso e che continueremo più di prima a sostenere, la cosa che ci lascia allibiti è la soddisfazione, a tale notizia, manifestata da diverse personalità politiche, amministratori provinciali e locali, come se i problemi inerenti i trasporti e la viabilità trovassero soluzione attraverso la realizzazione della scellerata opera TEM.Questi signori mentono sapendo di mentire.Perché improvvisamente si trova la copertura economica che dà la possibilità alla Corte dei Conti di approvare l’opera? Siamo veramente sicuri che l’intera opera TEM abbia la copertura economica/finanziaria dei soli privati? Chiediamo a tutte queste persone se hanno minimamente presente le condizioni in cui versano le nostre strade provinciali e comunali,spesso fonti di serio pericolo per tutti quei cittadini che quotidianamente sono costretti a percorrerle. I soldi si trovano e si investono per le nuove arterie, ma non ci sono i fondi per la manutenzione ordinaria di quelle esistenti.Altro tema che dovrebbe interessare chi amministra il nostro territorio è la questione drammatica dei trasporti pubblici.Al di la della straconosciuta condizione pessima in cui versano i treni locali e le stazioni di servizio, lo sapete che da diversi mesi alcune corse autobus Lodi - Milano sono state soppresse? Non dimentichiamoci poi il vertiginoso aumento del costo dei biglietti e degli abbonamenti che non occorrono al miglioramento del servizio pubblico, come si può costatare, ma a coprire le minori entrate che il Governo centrale e Regione Lombardia targata PDL-Lega hanno destinato. Chi paga queste scelte sono sempre i soliti, i cittadini e lavoratori pendolari che si trovano costretti, dove possibile, a modificare orari di lavoro o rinunciare all’utilizzo del mezzo pubblico, così, per recarsi sul luogo di lavoro, ci si arrangia in qualche modo, chi può utilizza il mezzo proprio, l’automobile.Un disegno limpido e distinto di una politica affarista che come soluzione ci propone solo nuove strade, con un notevole aumento del traffico, con tanto di casello a pagamento (circa 5 euro a tratta) e nessun investimento sul trasporto pubblico locale (vengono cancellati i prolungamenti delle linee metropolitane M2 e M3).Il perché ci vogliono tutti in “macchina” è semplice da capire!!!Il territorio, molto presumibilmente, sarà facile preda delle grandi lobby del cemento. Le casse comunali piangono e sarà gioco semplice per i grandi speculatori impossessarsi del terreno agricolo per trasformarlo al più presto in un nuovo centro commerciale o in un nuovo polo logistico. È evidente che dove passa un arteria importante o dove sorge un casello autostradale il territorio subisce questa spaventosa trasformazione, basta percorrere le tangenziali est e ovest milanesi o recarsi al casello autostradale di Lodi per rendersene conto!Questa problematica è una delle tante che nella nostra provincia lodigiana denunciamo, altre tematiche che investono il nostro territorio sono la crisi con un incremento esponenziale di disoccupati e cassintegrati, il fondo di solidarietà, il consorzio dei servizi alla persona ecc... Problematiche importanti che chiedono risposte concrete ma che i nostri amministratori locali liquidano con le solite risposte, mancano le risorse!Senza voler essere targati di facile populismo, ci chiediamo poi perché quando si tenta di diminuire gli sprechi, per esempio attraverso la soppressione delle provincie, i nostri politici, in modo trasversale, fanno quadrato e in questo caso non si parla più di spreco, mancanza di risorse o di crisi.Un ultimo appello lo rivolgiamo a tutti i cittadini perché non si continui a subire queste ingiustizie, è nostro dovere chiedere conto a questi signori, ricordando loro che sono stati eletti per amministrare la cosa pubblica per il bene del popolo e non dei soliti noti.

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