Siamo obbligati a ricordare il sacrificio dei martiri

Un popolo senza memoria non può stare consapevolmente nel presente, né può programmare il futuro.Per questi motivi, la sezione “Mario Vacchini” di Lodi Vecchio e l’ANPI provinciale del Lodigiano hanno apprezzato e condiviso la decisione dell’Amministrazione comunale di Lodi Vecchio, di ricollocare la lapide dedicata ai tre Martiri ludevegini: Mario Quintini, Domenico Codazzi e Mario Vacchini. La condivisione maggiore è stata quella della ricollocazione della stessa sulla facciata del municipio, dove originariamente fu collocata nel 1946 dal CLN e dall’allora Amministrazione comunale. La stessa gratificazione va a chi ha fatto la medesima richiesta di ricollocazione della lapide, la stessa è parte della storia del nostro paese.I primi due, Quintini e Codazzi, furono vittime del fascismo (21 luglio 1921 e il 17 aprile 1945), mentre Vacchini fu vittima del nazismo (deceduto il 22 gennaio 1946, pochi mesi dopo la liberazione dal lager di Kahla, dove era stato deportato insieme con altri ottantacinque lavoratori della Pirelli, a seguito degli scioperi del 1944). Grazie al sacrificio di tanti uomini e donne, tra cui i nostri Martiri, fu possibile conquistare la libertà e la democrazia.Il 13 settembre 1945, il CLN di Lodi Vecchio al termine della propria relazione sull’attività clandestina dal 1941 al 1945, scriveva: “Lodi Vecchio riprese presto la sua abituale veste di laboriosità e di calma era in tutti la grande soddisfazione di vedere finalmente restaurato quel regime di libertà…”Arrigo Boldrini, comandante “Bulow”, diceva: “Abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti: per chi c’era, per chi non c’era e anche per chi era contro...”In questi giorni, da domenica 31 gennaio, vari soggetti hanno preso posizione sulla ricollocazione della lapide, chi sostenendo che esistono altri monumenti celebrativi, e quindi di una spesa superflua in questo momento…; chi sostenendo che i soldi spesi per la ricollocazione sono un costo che la collettività dovrà sostenere…Fermo restando che tutti possono esprimere la loro opinione, visto la riconquistata libertà (libertà negata durante il Ventennio fascista), leggere delle dichiarazioni sterili e puerili, come quelle su esposte, ci obbliga a ricordare l’estremo sacrificio della vita (il bene più prezioso) dei nostri Martiri, per la libertà di tutti, anche per costoro. A proposito di strumentalizzazione, l’ANPI da sempre sostiene che i morti sono tutti uguali, questo non vuol dire che anche le motivazioni per cui si combatteva erano uguali, i partigiani si battevano per la libertà di tutti, i fascisti combattevano per il privilegio di pochi, oltre a essere al servizio degli occupanti nazisti.

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