Se non avessero piantato il mais fin lungo le rive, mio figlio sarebbe ancora vivo

È a voi, cari lettori de “Il Cittadino” che chiedo un attimo della vostra attenzione, invitandovi ad osservare attentamente queste due fotografie. Foto 1. Una bella strada di campagna, dove il granoturco cresce rigoglioso, fino al bordo della strada, grazie all’avidità di chi ha voluto sfruttare anche un centimetro di terreno per ricavarne più profitto.La visibilità, come potete notare, è nulla, niente si può vedere al di là di pochi metri… eppure è trafficata, ma questo poco importa, importante è avere un raccolto generoso, l’affare, l’interesse, prima di tutto.Certo, le regole ci sono, parlano chiaro ma poco importa…Controlli? No, scherziamo? Chi viene a controllare se dal seminato al bordo strada ci sono i fatidici 3,60 metri? Chi? Ma nessuno.. Ed allora abbondiamo, sì, abbondiamo… e chi se ne frega…Foto 2. Stessa strada… stesso granoturco, ma questa volta qualcosa è cambiato… le regole sono state ora rispettate… tutto è quasi perfettamente a posto… Ma perché, come mai tanto zelo, cosa sarà successo? Semplice… di una semplicità vergognosa ed arrogante, che mi colpisce e sicuramente colpirà anche voi, come un pugno allo stomaco. Tra poco si inizierà un processo per la morte di mio figlio, avvenuta due anni fa proprio sulla strada della foto numero 1, quella bella strada dove il bel granoturco si nascondevano tanta avidità, egoismo e morte.Aveva solo 38 anni mio figlio. La vita gli stava sorridendo come non mai. Un bimbo di 4 anni, una piccolina in arrivo, un matrimonio dopo una manciata di giorni, organizzato nei minimi particolari, con tanti amici, perché di amici ne aveva davvero tanti, con tanta musica, perché lui la amava, con tanta serenità ed amore perché questo lui desiderava.Il destino, sì, il destino… quante volte ne ho sentito parlare… Ma quante volte. L’uomo, noi, lo abbiamo aiutato… C’era un bellissimo sole quel mattino, era felice, era salito sulla sua moto per percorrere un breve tratto di quella strada…Non andava forte, stava vedendo realizzarsi uno ad uno tutti i suoi sogni e ne era orgoglioso.Rispettava le persone, le regole, la vita. Ma qualcuno non lo ha fatto. Per guadagnare pochi euro in più ha preferito seminare oltre il granoturco anche la morte.E’ con rabbia che urlo ora il mio dolore… E’ con amarezza e disperazione che sto soffrendo le ingiustizie di chi, anziché controllare che certe situazioni siano corrette, per menefreghismo e negligenza, finge di ignorare, di non vedere. Sottovalutandone i pericoli, le difficoltà, le tragedie…Il mio cuore piange lacrime amare per un figlio perso così superficialmente. Solo la speranza che tutto ciò non sia stato vano e che giustizia sia fatta, mi spingono ad andare avanti.Ma vorrei soprattutto, cari lettori, esortarvi a segnalare tutte quelle strade pericolose, senza visibilità che conoscete… Fatelo, pensate a lui, a quel figlio meraviglioso che non ho più e che potrebbe essere anche il vostro. Aiutatemi a credere che la sua morte non sia stata vana.Vi ringrazio di cuore.

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