Dove prima c’erano gli alberi ora c’è il deserto. Sembrerebbe impensabile che le istituzioni contattate (Provincia e corpo Forestale dello Stato) non abbiano gli strumenti necessari per fermare la strage! A chi si deve rivolgere il cittadino comune per rivendicare il suo diritto alla fruizione del paesaggio, alla tutela della sua salute, alla difesa della salubrità dell’ambiente e alla conservazione della biodiversità?Ancora una volta il bene individuale ha prevalso sul bene comune, considerando che la presenza della vegetazione arborea è davvero un bene comune. Le “normali” pratiche agricole sono state considerate prioritarie, come accade quando si devono realizzare manufatti di vario genere: le piante costituiscono sempre un ostacolo e la loro eliminazione è ritenuta inevitabile.Questa è la logica che ha privato il Lodigiano del suo patrimonio verde e che continua ad essere adottata. In queste giornate invernali un buon pretesto per eliminare gli alberi è l’approvvigionamento di legna da ardere. Girando per la campagna si può constatare l’abbattimento di alberi singoli ai margini delle strade campestri. Scompaiono le sentinelle verdi ai crocevia dei sentieri, testimoni del nostro passato, il paesaggio si fa sempre più squallido. E’ una corsa inarrestabile alla distruzione del nostro ambiente. Le singole amministrazioni comunali hanno la possibilità di esercitare azioni di contrasto alla devastazione del territorio, ma non adottano interventi concreti, sottovalutando il problema o per non compromettere il consenso di una certa parte degli elettori. Durante le campagne preelettorali si fa dell’ecologia un punto di forza da sbandierare con promesse che poi sfumano perché, di dice, ci sono altre priorità.Una ricognizione del patrimonio vegetale presente nel territorio comunale amministrato potrebbe costituire una prima azione preventiva a cui dovrebbero seguire altri interventi concreti di protezione e salvaguardia. In questo periodo sono in fase di adozione i Piani di Governo del Territorio: sarebbe sensato introdurre norme di protezione degli alberi; un’occasione unica per frenare la corsa alla devastazione totale delle vegetazione arborea. Ma come sempre accade, purtroppo, nel nostro Paese, si interviene troppo tardi, quando i guasti sono eclatanti e irreparabili. I disastri autunnali accaduti a Genova, in Toscana e in altre località italiane sono esempi concreti della mancanza di prevenzione e di cura del territorio. Anche nel Lodigiano ci sono dei Comuni più sensibili e illuminati che hanno fatto della tutela dell’ambiente un punto di forza del loro programma e si sforzano di attuarlo. Sarebbe ragionevole e auspicabile un tavolo di lavoro, promosso dalla Provincia, che riunisca tutti i sindaci per pianificare tutti insieme un’azione di tutela di quanto rimane delle “verdi presenze” nel territorio provinciale.Rivolgo un appello ai lettori più sensibili a questa tematica, perché facciano sentire la loro voce in favore di questa proposta. Esprimiamo la nostra coesione per “pretendere dalle istituzioni ciò che ci spetta di diritto: un ambiente più vivibile!!
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