Santa Chiara deve continuare a mantenere la sua autonomia

Questo Centro, adesso che la Legge Regionale n. 2 del 2012 impone la trasformazione delle ASP e quindi anche di Santa Chiara, vuole prendere posizione sull’argomento.Per sgomberare ogni dubbio vuole chiarire, e non è la prima volta, che la propria preferenza va verso il mantenimento della struttura nel pubblico. Tale collocazione è a suo parere la più consona per un settore delicato come quello dell’assistenza all’anziano.Il Consiglio Comunale di Lodi, quando si pose il problema della riconversione delle vecchie IPAB ed aveva davanti a sè due possibilità, creare una Fondazione di diritto privato o una RSA in mano pubblica, decise all’unanimità per la seconda opzione.Fu una scelta felice poiché, nei fatti, le ex Ipab divenute “Fondazioni” di diritto privato hanno portato come unico risultato, nella quasi totalità dei casi, un aumento pesante delle rette.Il centro non vuole intervenire in scelte che non sono di propria competenza però chiede che, sia che si tratti di Asp (depotenziata), di Fondazione, Azienda Speciale o quanto di altro si possa immaginare, ci siano dei principi ai quali non si possa e non si debba derogare: Santa Chiara deve mantenere la propria autonomia; il patrimonio deve restare nella totale proprietà e disponibilità dell’Istituzione; il controllo proprietario deve rimanere in mano al Comune, come è in questo momento; il Comune si deve impegnare a dichiarare tale controllo inalienabile in toto o in parte; il contratto di lavoro di riferimento deve restare quello attuale. Vogliamo che i dipendenti nulla abbiano da patire; il Consiglio di Amministrazione deve mantenere inalterati i poteri attuali; la nomina dei Dirigenti, di qualsiasi livello, deve essere di esclusiva competenza del Consiglio di Amministrazione senza alcuna ingerenza Regionale.Il CTDA crede che i Lodigiani siano maggiorenni e non abbiano assolutamente bisogno di tutori, e lo hanno già dimostrato.Infatti, contrariamente a ciò che avviene in altre Istituzioni pubbliche, vedasi Milano e non solo, i bilanci di “Santa Chiara” sono buoni e la situazione finanziaria, anche se deve farsi carico delle carenze di finanziamenti Regionali che coprono circa il 35 % della spesa sanitaria, è buona. Inoltre le rette sono tra le più basse della Regione.Non ci sono debiti da ripianare. Non esiste quindi nemmeno il presupposto della cattiva gestione finanziaria e immobiliare.Per farci ascoltare e far sentire la voce dei Residenti e dei loro parenti promoviamo una campagna di raccolta firme da presentare agli organismi municipali.Estenderemo la raccolta a tutte le Asp della Provincia, chiederemo l’appoggio di tutti i partiti politici, di tutti i sindacati, delle Autorità Religiose, delle Associazioni del Volontariato e di tutti i Cittadini di Lodi e dei Comuni interessati.

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