Sanità e viabilità a Lodi: l’ospedale ammodernato rimane sempre inaccessibile

Egr. Direttore, tempo fa un lettore ipotizzava che certe regolazioni stradali presenti a Lodi fossero pensate da uno scimpanzé. Il quale comunque trattasi di animale di buona intraprendenza e generalmente non gravante sul libro paga di qualche amministrazione pubblica e quindi sui cittadini tutti. Giustamente si è meritato una rampogna da parte di chi si è sentito chiamato in causa, aperto alle critiche costruttive ma non agli insulti. Il problema è che il lodigiano non è pieno di scimpanzé ma di docili, silenti e rassegnate pecore, nella loro modestia tendenti al piuttosto invece che al giusto o al meglio. A Lodi è stato realizzato un importante ammodernamento dell’ospedale, costato milioni di Euro, con adeguamenti della viabilità limitrofa. Il problema non è certo il bar (il che dimostra il livello delle discussioni delle pecore), il fatto è che «qualcuno» si è dimenticato di una cosa basilare, soprattutto nel 2013, cioè di renderlo accessibile. E non per i sani, ma proprio a coloro che proprio integri fisicamente non sono, come generalmente è l’utenza delle strutture ospedaliere.Le quali poi sono concentrate a fornire cure alternative ai ricoveri, quindi di per sé necessarie di strutture facilmente accessibili. In Via Cremonesi, in fianco all’ingresso principale, esiste una moderna colonnina ed un accesso per i portatori di handicap ma non è operante (funziona ma non si permesso accedere) ed i suddetti sono pregati di sperare di trovare libero uno dei 3 (tre) posti ubicati sull’altro lato della strada (che è come fare un 6 al superenalotto) oppure di adeguarsi, sbarcare il portatore di handicap alla svelta (ed abusivamente) in corrispondenza della fermata del bus, buttarlo dentro all’ingresso ed andare a parcheggiare il proprio veicolo (facendo attenzione all’eventuale pagamento della gabelle legata alle righe blu dato che Lodi è «famosa» per multare i veicoli dotati di contrassegno handicappati sostanti in questi spazi). Quest’ultimo metodo è poi quello raccomandato (dalla stessa polizia municipale posta di fronte all’evidenza) anche per visitatori ed utenti ultraottantenni con difficoltà motorie, donne in gravidanza avanzata e baldi giovanotti con il crociato rotto in qualche partita di calcetto. Anche per evitare percorsi esterni pedonali abbastanza lunghi, magari sotto il solleone o una intensa pioggia. Probabilmente il «qualcuno» concetti come il «kiss and ride» avrà pensato siano usanze dei giovani dei tempi di Woodstock. Che poi la responsabilità dell’omissione sia dell’ASL o del Comune o chi per loro poco cambia. Questa è la situazione a cui si dovrebbe porre rimedio e che qualunque amministratore di buona volontà può constatare con i proprio occhi, magari provando ad accompagnarci il vecchietto di famiglia. La soluzione, per essere completa ed efficace, dovrebbe anche prevedere anche la revoca degli emolumenti dei responsabili dell’omissione che, ripeto, nel 2013 è a di dir poco vergognosa. Cordiali saluti,

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