Sacrificati i due maestosi cedri, se ne va un pezzo di storia

In tanti anni di vita ne hanno visto di tutti i colori. Sono sfilate davanti ad essi intere generazioni di bambini diretti al vicino Oratorio. Centinaia di “bande musicali” hanno qui incrociato i propri strumenti musicali in epiche sfide godendo della loro ombra. Perfino colonne di tedeschi in fuga posarono con un certo timore gli occhi verso le loro fluenti chiome. Gli imperturbabili e muti testimoni di questi fatti, e molti altri avvenimenti che hanno inciso nella storia degli ultimi ottant’anni di Livraga, sono ora scomparsi per sempre, sacrificati a ragioni di sicurezza. Ci riferiamo ai due grandiosi “Cedri Deodara” che fino a poche settimane fa (inizio aprile) fungevano da “sentinelle” all’auditorium di via Roma, dal 1936 sede del corpo bandistico di Livraga, pluricentenaria istituzione che ancora oggi gode delle particolari attenzioni del suo celebre mecenate, il commendator Giovanni Vittadini. Ebbene, «per ragioni di sicurezza», come si legge in un breve comunicato esposto nella bacheca subito dietro la massiccia e caratteristica balaustra che delimita la neoclassica costruzione, « si è provveduto al loro abbattimento dal momento che i due alberi avevano raggiunto una grandezza tale da comportare un serio pericolo».

Ne è passata così tanta di gente e di storia che non saranno due alberi, seppur mastodontici, a fare la differenza. Eppure, a un “vecchio” ex livraghino, transitare ora davanti all’auditorium con la facciata non più nascosta dai suoi due giganti, procura un certo senso di mestizia. Con i due cedri se n’è andato un altro pezzo della propria vita.

Osvaldo Folli - Lodi

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