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Venerdì 14 Agosto 2015
Ruspe in attività nel centro storico, abbattuto edificio del Cinque–Seicento
Ruspe in azione ancora una volta nel centro storico di Lodi Vecchio. Occorre una più seria tutela per i centri storici minori. È necessaria più preparazione da parte degli amministratori e negli uffici tecnici, soprattutto un censimento dell’edilizia storica prep.g.t; ovviamente deve esserci anche amore per il proprio territorio. Spesso si spazzano via testimonianze materiali antiche, senza una ben che minima documentazione. Viene creato un irreparabile danno all’interno del tessuto storico degli abitati. Le nuove costruzioni nei nuclei di antica formazione, oltre che fuori contesto, sono la spersonalizzazione commerciale del paesaggio storico: paesaggio man mano trasformato da storico in un non luogo privo di identità, monco delle antiche testimoniane materiali della cultura architettonica. Molto spesso, alcune case, ristrutturate pesantemente di recente, non denunciano particolarità di pregio artistico e nemmeno di storicità, alcune volte sembrano “scatole squadrate” più che abitazioni stratificate nei secoli. Quando si demolisce però, ecco che vengono alla luce negli alzati squarciati dalle ruspe, particolarità murarie che denunciano l’antichità della struttura. Si evidenziano le tecniche costruttive tradizionali: i leganti e le dimensioni dei mattoni; in alcuni casi emergono tracce di antiche aperture od affreschi. Senza una ben che minima pianificazione di indagine materiale sul costruito, seguita da seri progetti di recupero abitativo, si demoliscono testimonianze materiali di tutte le epoche. Il caso recente di Lodi Vecchio, si impone come un’ulteriore conferma di quanta edilizia storica si conservi stratificata nei centri antichi. Sotto facciate ammodernate malamente in età contemporanea, la recentissima demolizione di un fabbricato, sito in via Libertà, apparentemente non significativo, ma già presente nel Catasto detto Teresiano del 1722, rileva alzati di antica fattura. Un perimetrale superstite denota l’antichità, la struttura è inquadrabile al Cinque–Seicento. Nella rottura del muro in angolo, sul fronte strada, si evince la tecnica costruttiva, il tipo di legante in argilla e soprattutto la dimensione del mattoni, buoni indicatori di datazione, assieme ad altri dati concatenati inerenti le tecniche costruttive tradizionali. Occorrono oltremodo modifiche e norme più restrittive nel Pgt, massima attenzione al patrimonio latente e non studiato!Ciò che si è costruito e si è conservato dopo la seconda distruzione di Laus Pompeia, operata dai milanesi nel 1158, non può essere oggi distrutto da una terza distruzione, operata dai lodigiani per scopi commerciali e di massificazione.
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