Rubriche/Lettere
Martedì 20 Dicembre 2016
Ritardo indefinito diceva il display, non potrò mai dimenticarlo
Buongiorno Direttore,le scrivo per condividere soprattutto con i più giovani un momento della mia vita, un triste ricordo, affinché contribuisca a non dimenticare un periodo della nostra storia recente che raramente viene studiata. Sono passati 32 anni dal 23 dicembre dell’84, che per l’italia non fu un Natale di festa. Una bomba piazzata sul rapido 904, uccise 16 persone e ne ferì 267, tra cui la mia mamma e i miei due fratellini che stavano venendo da me a Lodi a trascorrere le feste. Era domenica, erano le 19,08, quando sotto la galleria tra Firenze e Bologna, scoppiò l’inferno.Intanto noi alla stazione di Milano, attendavamo un treno che non sarebbe mai arrivato a destinazione.«Ritardo indefinito» diceva il display sul binario. Non c’erano i cellulari allora, nessuno ci avvisò.Dalla cabina telefonica della stazione, quella con i gettoni, facemmo una telefonata ai parenti a Napoli per fare un po’ di auguri e così sapemmo...Poi la corsa in auto alla stazione di Bologna, c’era il caos più totale... la ricerca affannata dei nomi dei familiari nelle liste dei feriti, dei morti...Li trovammo: uno era al Rizzoli in sala operatoria, l’altro al Sant’Orsola e mia mamma all’Ospedale Maggiore. Furono 40 giorni tra interventi chirurgici, rianimazioni e terapie lunghissime. Sembra passata una vita ma tutto ciò è ancora molto chiaro nella nostra mente. Ogni 23 dicembre viviamo una giornata di lutto per chi ci ha lasciato la vita su quel treno... poi il 24 si riprova a festeggiare il Natale o la seconda vita, come dice mia madre. 32 anni tra intrecci di mafia, camorra, terrorismo e servizi segreti che hanno portato a indagini lunghissime con processi, condanne e assoluzioni... il tutto con una lentezza mostruosa. «Ritardo indefinito» diceva il display... non me lo scordo più.Intanto la vita dei sopravvissuti continua portando, dentro e addosso, le ferite di quella strage.Son passati 32 anni ma sembra ieri.
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