Gentile direttore, mi riallaccio alla lettera della signora Salvati di qualche settimana fa sul tema del comportamento degli allenatori di calcio delle squadre giovanili e vorrei segnalare che anche mio nipote gioca in una squadra oratoriana e quindi sono cosciente di questi comportamenti messi in atto da questi personaggi: ragazzi che vengono umiliati perché non vanno a genio all’allenatore o perché non sono ritenuti abbastanza bravi e quindi rimangono sempre in panchina a guardare gli altri giocare. Trovo ancora più grave il fatto che siano società di oratorio, quindi di ispirazione ai principi cristiani, a permettere questi atteggiamenti. Ricordo a questi pseudo-educatori che dovrebbero avere a cuore la serenità di questi ragazzi e non solo l’agonismo tra squadrette di oratorio. Ma che cosa pensano di vincere? Che cercassero di far giocare tutti e di permettere a tutti di divertirsi e di sentirsi importanti per la squadra… Vergogna
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