Resta l’amaro per una divisione così profonda sul referendum

Gentilissimo Direttore,mi trovo ancora una volta a chiedere un breve spazio sul suo quotidiano per esprimere due considerazioni, a circa un mese dal voto referendario, in merito a quanto accaduto.È doveroso innanzitutto ringraziare quanti hanno espresso, dopo approfondita riflessione, un parere favorevole in merito ai quesiti e a tutti quanti hanno lavorato per rendere viva questa riflessione.Un sentito ringraziamento anche a tutti quanti si sono impegnati nel comitato e a fianco del comitato per tenere viva la campagna referendaria.Certo, rimane un po’ l’amaro in bocca per ciò che non ha funzionato: ancora oggi mi chiedo come una riforma per risparmiare tempo e denaro possa essere stata letta esclusivamente come una deriva autoritaria del Governo. Ma rimane soprattutto l’amaro in bocca per quello che è successo fra di noi, fra quelli che ci hanno sempre creduto: per la prima volta all’interno dei seggi ci siamo trovati su schieramenti opposti noi, quelli che hanno sempre lavorato insieme per costruire in positivo. Ecco, proprio in quell’occasione mi sono chiesta a lungo come il dibattito parlamentare abbia potuto portare a dividerci così a fondo, soprattutto in considerazione della grande partecipazione che su entrambi i fronti abbiamo garantito.Quello che mi auspico è quindi che questa divergenza di opinioni ci abbia portato a maturare un’idea di unità che faccia bene al progresso del paese e che mai più capiti di doversi confrontare all’interno dello stesso schieramento su fronti differenti.Cordialmente,

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