Questa volta ci vorrebbe un comitato “Somaglianospray”

Gentile direttore,mi permetta di sostenere il signor Francesco Cattari che, a quanto sembra, non riceve nemmeno il dovuto riscontro alle osservazioni presentate nel mese di luglio scorso.Il Comune di Somaglia non può non tenere conto che “mentre il rischio incendio può essere affrontato con opportuni mezzi anche dopo l’innesco, l’esplosione è istantanea e dopo l’innesco non c’è più niente da fare”. (Cattari lett. del 27/07/11). Nella lettera, oltre ad altri riferimenti alle norme in materia, cita la Direttiva Europea (Direttiva ATEX) e traspare, chiaramente, la sua preoccupazione di cittadino e la convinzione tecnica che, l’applicazione delle leggi e delle norme tecniche, consentirebbe di valutare, con altra prospettiva, la nuova attività della Ceva Logistics Italia S.r.l..La premessa è necessaria perché Il Cittadino, del 27 ottobre, mi riserva due sorprese. La prima mi entusiasma: “Pietra tombale sull’inceneritore: Elcon ritira il progetto contestato”. L’unica contestazione è stata fatta dal Comitato Casalerespira quindi, grazie ai promotori del Comitato, agli altri niente.La seconda mi agghiaccia: «Casale “apre” agli spray di Ceva». Ho modo di contattare il signor Cattari il quale mi informa, in qualità di tecnico, che nulla è cambiato, rispetto al Rapporto preliminare VAS del giungo scorso eppure il Comune di Casalpusterlengo ha cambiato parere.Ci vorrebbe un Comitato Somaglianospray, ma è difficile ripetere l’esperienza di Casalerespira.Ciò che intende fare la Ceva Logistics è svolgere un’attività classificata come “industria a rischio di incidente rilevante” ai sensi del D.Lgs 334/1999. Il Comune di Somaglia con l’art. 39 del PGT, tra le destinazioni d’uso non ammissibili negli ambiti produttivi, individua “gli stabilimenti a rischi di incidenti rilevanti di cui al D.Lgs 334/1999;” . L’attività da svolgere è sempre classificata R.I.R. dalla Direttiva Europea e dal D.Lgs 334/1999 ma, nel territorio di Somaglia potrà essere svolta. Non perché vengono modificate le infrastrutture e introdotte misure preventive antiesplosione ma, semplicemente, per una variante all’art.39 lettera 2) del PGT.Ad un casalino cosa può interessare una faccenda di Somaglia, tra l’altro ben accetta e in modo bipartisan? Niente, solidarizzo con Cattari il quale con la lettera pubblicata, in questo spazio, il primo di novembre fa un sunto molto preciso della questione e termina con una serie di domande. Le risposte non devono arrivare solo da Somaglia ma anche da Casalpusterlengo.L’Amministrazione comunale di Casalpusterlengo, così era firmata la lettera del 28/07/11 (solo tre mesi fa), iniziava: “Andremo in piazza a raccogliere le firme per difendere il nostro territorio da qualsiasi insediamento che minacci la salute dei casalini” e continuava: “In conferenza di servizi, l’assessore alla partita, ha ribadito la posizione del Comune, che ha anche approvato all’unanimità una mozione che esprime: “contrarietà alla realizzazione di un deposito di gas liquefatti estremamente infiammabili classificata come insediamento a ‘rischio di incidente rilevante’». - Perché hanno cambiato idea?- Considerando che il Piano di lottizzazione è di rilevanza sovracomunale e le norme dello stesso non ammettono impianti a rischio di incidente rilevante, gli amministratori di Casalpusterlengo, approveranno tranquillamente una variante?

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