Quel capannone nei campi è davvero un pugno nell’occhio

Gentile Direttore, ha fatto bene Vittorio Boselli, con il suo intervento su Il Cittadino del 21 aprile, a sollevare il problema derivante dalla realizzazione, in un’area protetta nel territorio del Parco Adda Sud, di un mega capannone che, benché destinato, a quel che si dice, ad attività di carattere agricolo, non si coniuga per niente con le caratteristiche ambientali di quel territorio. Percorro tutti i giorni quel tratto di strada, venendo a Lodi, e quella costruzione è un vero pugno nell’occhio che cozza con tutto quanto abbiamo ribadito in questi anni, sulla volontà di salvaguardare le caratteristiche ambientali del nostro territorio, facendo di questo un elemento da valorizzare al fine di rafforzare le sue capacità attrattive. Sono convinto che, da questo punto di vista, tutti coloro che verranno a visitare la nostra Provincia in occasione di Expo 2015 non potranno che ricavarne una impressione per niente favorevole. Ma tant’è non è la prima volta che si verificano simili situazioni, e che utilizzando la normativa del Parco, che non pone limiti ad insediamenti agricoli o a sedicenti tali, si arriva ad autorizzare opere che rappresentano una offesa alla visione che abbiamo del nostro ambiente. Penso che questo debba portare ad interrogarci non tanto sullo scrupolo con cui vengono esaminate questo tipo di richieste, quanto sulla adeguatezza della normativa che regola la gestione delle aree protette. Se non è in grado di impedire che si realizzino tali situazioni, vuole dire che la legge così com’è non va bene e che sarebbe opportuno cambiarla per introdurre maggiori tutele nell’interesse di tutta la comunità.

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