Quattro anni di molestie telefoniche, la terribile disavventura di mia madre

Caro direttore,mi permetta di utilizzare lo spazio sul suo giornale per far conoscere a tutti la terribile disavventura capitata a mia madre. Credo sia giusto che i cittadini sappiano che cosa accade sul nostro territorio – più precisamente a Caselle Lurani - e fin dove possono arrivare le molestie telefoniche, perché proprio di questo si tratta.Per ben quattro anni mia madre, una vedova di 72 anni, ha continuato a ricevere molestie telefoniche. Tutti i giorni, specialmente durante la pausa pranzo, un maniaco la chiamava e dava libero sfogo a una quantità impressionante di sconcezze. Mi creda, ho vergogna a ripetere le cose che diceva, anche il solo definirle come pornografia mi sembra oggi riduttivo. A volte è capitato che si verificassero due chiamate al giorno, una all’ora di pranzo e una il tardo pomeriggio.Non le dico quale sia stato l’effetto delle telefonate su mia madre, che a un certo punto aveva paura di uscire di casa. Alla fine, io e mia sorella ci siamo decise: abbiamo sporto denuncia ai carabinieri e grazie al loro aiuto siamo riuscite a capire chi è il responsabile. I militari, infatti, hanno messo sotto controllo il telefono di mia madre e hanno registrato alcune delle chiamate. Ebbene, alla fine i carabinieri ci hanno detto di essere riusciti a risalire al maniaco: un 30enne che abita… di fronte a noi. Lo stupore per questa scoperta, visto che ci è sempre sembrato una persona di buona famiglia e non abbiamo mai sospettato di lui, si è aggiunto a un’altra amara sorpresa: quando i militari si sono presentati a casa sua, si è professato innocente, specificando che qualcuno aveva clonato il suo numero di telefono. Adesso ci aspetterà un processo in tribunale: se ritiene di essere innocente dovrà dimostrarlo in aula.Con questa lettera volevo semplicemente comunicarle l’esasperazione di questi anni e il disagio, per usare un eufemismo, patito da mia madre. Anche qui, anche nel 2013, accadono cose simili. La ringrazio per lo spazio che vorrà concedermi, un saluto,

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