Quando potremo avere la pista tra Codogno e Cavacurta?

Gentile Direttore,faccio seguito alle varie lettere che si sono succedute in questa rubrica in merito all’argomento piste ciclabili divenute un mini-caso nazionale specie dopo la lettera aperta da parte delle associazioni Movimento per la Decrescita Felice e Amici della Bici FIAB (sezione di CiclodiFIAB Lodi sede a Casalpusterlengo) e l’Associazione Culturale Cursa di Codogno, recentemente pubblicata sul «Cittadino». Come Codognese ed amante delle due ruote, non posso inevitabilmente notare ogni giorno come la presenza massiccia di traffico automobilistico abbia invaso la mia città (e non solo). Quando invece mi sposto all’estero - senza andare sulla Luna - invece ritorno nel paradiso di ciò che dovrebbe normalmente essere, ovvero reali percorsi ciclo-pedonali a misura d’uomo e di bambino (e non strettoie ricavate in spazi talvolta indecenti od angusti con palizzate danneggiate, erbacce ovunque e segnaletica evanescente). Certamente Codogno non offre quegli scenari che la foresta nera può offrire tali da richiedere simili investimenti ma è lecito domandarsi di chi sia la miopia degli anni passati che ha deciso di isolare una città che si fregia di definirsi «capitale della bassa» dal resto del Lodigiano. Citando la parte finale della lettera del Consigliere Provinciale del PD Mauro Soldati pubblicata sul Cittadino del 30.5 «Fanno quindi bene le associazioni a scrivere alle amministrazioni pubbliche, così come ritengo doveroso sottolineare un impegno che in questi anni ha coinvolto diverse amministrazioni e che oggi ha la necessità di definire le articolazioni di un sistema che deve registrare un salto di qualità sul fronte della segnaletica e dei percorsi, da realizzarsi non solo in fregio alle strade provinciali» mi trovo pienamente concorde con tali affermazioni e non solo. Aggiungo che sarebbe DOVEROSO da parte dell’amministrazione provinciale spiegare a noi cittadini cosa intende fare quando si racconta di «Zone di sosta dove ristorarsi prima di ripartire, una cartellonistica adeguata alle esigenze dei visitatori, occasioni di vero interesse. È quello che manca alle piste ciclopedonali del Lodigiano per sviluppare finalmente la propria vocazione turistica, per azionare quel volano dell’economia che è rimasto sino a oggi spento. Non si tratta di una battaglia persa, piuttosto da combattere intercettando investimenti e cominciando col completare i percorsi»( La Capezzera punta sulle piste ciclabili e sui punti di ristoro cfr. Il Cittadino del 30.5 pag. 15). Vorrei chiedere all’Assessore Capezzera in che modi ed in quali tempi Lei conta di prevedere tali zone e tali ciclabili quando abbiamo/avremo la prima ciclabile tra Codogno e Cavacurta (4 km !!!) solo a fronte della realizzazione della variante SS234 che, ricordo, si porterà via la bellissima ciclopedonale da Codogno alla Mulazzana con buona pace degli intenti «ecologici» e della tanto millantata volontà di trasformare il Lodigiano nel paradiso delle due ruote che questa Provincia si è data.Non sono sotto gli occhi di tutti i risultati della elevatissima mortalità tumorale endemici della nostra Provincia? E tutto questo con buona pace delle ciclabili, delle due ruote, dei Codognesi e dei Lodigiani....

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