Prima provoca e poi si lamenta:Foroni non faccia la vittima

Il Presidente della Provincia Foroni si lamenta per i fischi ricevuti a Lodi nella giornata dedicata al ricordo dei 150 anni dell’Unità d’Italia. “Chiagne e futte” direbbero a Napoli, che in Lodigiano si può tradurre: “Prima provoca e poi si lamenta”. E così chiama a raccolta i suoi sostenitori affinché gli venga espressa solidarietà (forse anziché farlo pubblicamente, avrebbe potuto organizzare le risposte… questione di stile).

Ma più dei fischi (da parte di tre o quattro persone) il Presidente della Provincia si dovrebbe preoccupare della freddezza gelida con la quale è stato accolto il suo intervento, tutto incentrato sul federalismo, senza un accenno al valore del Risorgimento e al sentirsi italiani, naturalmente senza cantare l’inno italiano come hanno fatto i sindaci e i cittadini presenti, e senza leghisti al seguito che, a partire dall’on Gibelli, erano assenti e avevano manifestato pubblicamente la volontà di non riconoscere la giornata di festa e di ricordo del Risorgimento, voluta in primo luogo dal Presidente della Repubblica.

In tutte le città italiane è avvenuta la stessa cosa e il dissenso è stato unanime: applauditissimi a Lodi sono stati, invece, il Sindaco e il Prefetto, che non si sono limitati a parole celebrative, ma hanno ricordato che solo l’unità del Paese potrà permetterci di vincere le sfide del futuro.

La convinzione federalista non c’entra nulla: il popolo italiano con un referendum ha condiviso le modifiche costituzionali proposte dal primo Governo Prodi che sono parte integrante della Costituzione e la necessità di un’impostazione federalista è stata più volte ribadita dal Presidente Napolitano che però ha sempre ricordato il valore dell’Unità della Repubblica e, quindi, il valore del nostro Risorgimento.

Sul Risorgimento, naturalmente, sono aperte discussioni e ricerche storiche, programmate anche nel Lodigiano, così come non basta dirsi “federalisti” senza vedere che i processi decisionali sono assunti “centralmente” con l’effetto di svuotare le scelte dei territori (si pensi ai referendum su acqua e nucleare o al federalismo comunale che rischia di accrescere le tasse ai cittadini).

Se in tutta Italia la posizione della Lega Nord è stata criticata ed è apparsa isolata, sarebbe saggia qualche autocritica: porre attenzione alla sensibilità dei territori e non giocare al “vittimismo”.

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