Pianti gli alberi intorno alle devastazioni del business Park

Al sindaco di Lodi, Simone Uggetti. In questi giorni Lei gongola perché Legambiente ha perso il ricorso al Tar per la salvaguardia di 40 ettari di verde agricolo minacciato dall’ennesima colata di cemento. Certamente avrà fatto la scelta di cementificare, con capannoni industriali, prezioso terreno agricolo dopo aver fatto redigere un censimento degli immobili industriali da cui risulta che non c’è sfitto industriale e dopo aver consultato le disponibilità nell’area lodigiana e nelle province limitrofe (a tale proposito chiederemmo che venissero messi in rete i dati per poter essere accessibili ai cittadini; chiediamo scusa se si è già provveduto e noi non li abbiamo trovati, in questo caso necessiterebbero gli estremi per la ricerca).Poiché anche all’occhio del profano nel bacino lodigiano, cremonese, milanese ecc., i capannoni sfitti o invenduti e spesso addirittura non finiti, impattando in modo vistoso e degradante nel paesaggio, sono in numero notevole, vorremmo ricordarle alcune considerazioni nel caso non abbia avuto il tempo di pensarci.Vede, signor Sindaco, il Tar ragiona per strette norme tecniche e non per valutazioni politiche che spettano ai politici. Ci incuriosisce il suo trionfalismo, scevro da qualsiasi preoccupazione per la distruzione del territorio. Come iscritti al Wwf, che già da tempo ha lanciato la campagna “Riutilizziamo l’Italia”, non possiamo non chiederci cosa stia succedendo e perché, nella nostra terra.I dati sul consumo di suolo sono preoccupanti. Per limitarci alla Lombardia, tra il 1999 e il 2007 ogni giorno si sono consumati 11,5 ettari di suolo per urbanizzazioni e sono diminuiti ogni giorno 14,8 ettari di terreno agricolo. A questo si aggiungono ogni anno 96,5 ettari di corpi idrici in meno. Nello stesso periodo nella provincia di Lodi c’è stato un aumento del 15% della superficie antropizzata Ignorare l’allarme che ormai si leva, anche da insigni studiosi come Salvatore Settis, e ignorare l’articolo 9) della Costituzione che tutela il paesaggio, ci sembra frutto di non conoscenza, o altro e ciò potrebbe aprire la strada a sospetti magari infondati, ma sempre sospetti. Lei non crede che il verde agricolo sia parte fondamentale del paesaggio padano? Non convincono più le false promesse di creazione di posti di lavoro, il settore agroalimentare non si rilancia costruendo capannoni, bensì proteggendo e valorizzando il territorio e l’agricoltura di qualità. Queste aree pubbliche, ma anche se fossero private, appartengono a tutti noi e alle future generazioni e Lei, come Sindaco, ha il dovere morale, politico e civile di preservarle.Lei, sempre trionfante, dice anche che la sanzione che pagherà Legambiente andrà impiegata per piantare nuovi alberi. Aveva bisogno di questo per farlo? L’avrebbe dovuto programmare a prescindere, visto che l’area lodigiana è una delle più inquinate d’Europa e l’incidenza del cancro supera di molto la media italiana e le province limitrofe? In ogni caso, Le consigliamo di piantarli attorno alle devastazioni che ci saranno, se intendesse continuare nel suo folle disegno, per mitigarne almeno la vista e per un po’ di ossigeno in più.Ah, dimenticavamo, non sono adatti baobab o palme, si faccia suggerire qualche nome di pianta autoctona della Pianura Padana.Con la speranza che Legambiente porti a casa una vittoria nel ricorso al Consiglio di Stato, le porgiamo i più cordiali saluti.

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