Piante, suggerisco alla minoranza un migliore esercizio della memoria

Buongiorno direttore Pallavera, la ringrazio in anticipo per lo spazio che vorrà concedere a questo mio scritto relativo alla questione del taglio degli alberi a Pieve Fissiraga. In paese non ci saranno tagli selvaggi di alberi, men che meno di piante centenarie piantumate alla fine della Prima Guerra Mondiale. La tutela della salute e della sicurezza dei cittadini pievesi per l’amministrazione viene prima di tutto. Mi stupisco di come l’ultima amministrazione abbia potuto e voluto ignorare l’indagine fitostatica sullo stato di salute degli alberi in paese che già nel 2013 denunciava chiaramente la pericolosità di alcune essenze. Visto che la minoranza si appella persino alla memoria storica delle piante più antiche, suggerisco un migliore esercizio della memoria stessa al fine di indirizzarla a spiegare ai cittadini come mai la relazione degli agronomi fosse stata deliberatamente ignorata. Prima di accusare l’amministrazione di abbattere piante storiche, gli amministratori che mi hanno preceduto avrebbero per lo meno potuto rivedere le delibere che stabiliscono in modo evidente che le piante in oggetto sono di recente formazione e che quelle storiche sono già state rimosse parecchi anni fa, come confermano appunto le delibere comunali. Gli interventi che pianificheremo riguarderanno ovviamente il contenimento e la corretta potatura degli alberi ancora in salute e l’abbattimento delle piante malate in via Veneto, angolo via Santa Maria Assunta, e via Tavernelle. Si tratta di robinie, carpini, pioppi e aceri non secolari né tanto meno riconducibili al Parco delle Rimembranze. Sarà inoltre garantita la ripiantumazione non appena possibile, per non ridimensionare il verde pubblico in paese. Non è un intervento che l’amministrazione attua a cuor leggero. Il rispetto e la sensibilità per il verde pubblico sono una prerogativa dell’amministrazione comunale in carica, ma la salute e la sicurezza dei cittadini non possono passare in secondo piano ed essere trascurate. Sarebbe corretto prendere atto del semplice ciclo di vita delle piante che, essendo esseri viventi, possono giungere anche a stadi di malattia e morte. È la natura. Il dovere civile e morale di chi amministra consiste nel preservare e mettere in campo tutti gli sforzi possibili per curare il verde, ma davanti a dati allarmanti, certificati da esperti di settore non si può fare finta di niente. Tornando all’esercizio della memoria, più recente in questo caso, vorrei evidenziare che nel solo mese di luglio, nella vicina Lodi si sono schiantati al suolo due alberi ad alto fusto: uno lungo i giardini di viale IV Novembre e uno in viale Calabria. Non voglio esporre Pieve ad alcun rischio di questo tipo e ricordo ai precedenti amministratori che un albero in caduta può recare danni alle abitazioni, può distruggere auto e soprattutto vite umane.

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