Persona vera, sincera, Amante di Cristo e della Chiesa

Una bella esperienza di Chiesa quella respirata durante le esequie di Carlo Daccò.

Purtroppo il valore, le caratteristiche peculiari di una persona si tende a coglierli pienamente quando ci lascia; il rimpianto per la perdita focalizza tutto il bello e il bene di cui ci sentiamo privati.

Conobbi Carlo durante la partecipazione alla SDOP; lui teneva un corso sulla pastorale sociale e ambientale.

Fui subito attratta dalla sua semplicità, trasparenza, fraternità e passione. Capii che era una persona «vera», sincera, amante di Cristo e della Chiesa. La sua era una fede profonda, limpida, che non temeva di riconoscere ciò che nella Chiesa era in antitesi con il Vangelo, non con spirito polemico o distruttivo, ma con sofferta consapevolezza costruttiva.

Con lui ho sperimentato la condivisione nelle analisi, il sostegno, l’incoraggiamento, la speranza cristiana, la gioia della fraternità.

Quanto è stato espresso dal Vescovo durante la celebrazione e da alcuni amici ha tracciato una realtà cristiana e di Chiesa conforme all’essere di Carlo e alle sue aspirazioni.

Cristiani del Concilio, in adesione ai richiami del Papa (Francesco in particolare), in collaborazione con il clero con una specificità laicale, dove si possa sperimentare la vera fraternità e ci si senta famiglia. Da qui la fiducia reciproca, la parità propositiva e operativa pur nella diversità dei ruoli. Così, veramente, tanti carismi e tante complementarietà sono a servizio di un unico bene: il Regno di Dio.

Che quanto ci ha trasmesso Carlo e quanto è emerso nella riflessione del suo ricordo ci aiutino a vivere e a diffondere concretamente una Chiesa sempre più autentica e fraterna verso tutti.

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