Gentile direttore, vorrei approfittare del Suo quotidiano per poter condividere con i cittadini di Casalpusterlengo e quelli lodigiani, e con i colleghi amministratori del territorio, le ragioni che hanno portato il Comune che ho l’onore di guidare a fare ormai qualche mese fa la scelta di revocare il contratto con il Consorzio lodigiano dei servizi alla persona. Credo che l’argomento possa essere di interesse, vuoi per la successiva scelta di altre Amministrazioni locali di seguirci su questa strada, vuoi per il dibattito aperto sul suo quotidiano dal Presidente dello stesso Consorzio, Angelo Gazzola, che sul numero dell’11 luglio si è interrogato sul futuro dei servizi alla persona nel nostro territorio.Sia chiaro, caro Direttore, che questo mio intervento non nasce come risposta alla comunque garbata presa di posizione del Presidente, che come ovvio nel suo scritto ha difeso una posizione che resta comunque antitetica alla nostra. E’ piuttosto dettato dalla volontà di fare chiarezza sulle ragioni che hanno motivato la decisione del Comune di Casalpusterlengo, dopo che negli ultimi mesi sull’argomento se ne sono dette e sentite di tutti i colori.Per cominciare subito una precisazione: la nostra scelta, quella di chi poi ha condiviso con noi un percorso diverso da quello del Consorzio e la nascita di un nuovo soggetto, non hanno alcuna motivazione partitico-ideologica. Si è sostenuto da parte di qualcuno che dietro ci sarebbe una manovra del centrodestra per delegittimare una struttura controllata da Sindaci del centrosinistra; o peggio di un tentativo della Lega Nord di creare un nuovo sistema organico al Carroccio di gestione dell’assistenza nel Lodigiano. Ipotesi francamente ridicole. Non c’è in atto alcuna contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra. Quello che abbiamo fatto a Casalpusterlengo, e che invitiamo anche tutti gli altri Comuni lodigiani a fare, è solo analizzare nel merito offerta e costi dei servizi resi dal Consorzio, opportunità, qualità delle prestazioni, flessibilità nella progettazione. E da questo confronto tra fatti e non tra posizioni di principio ci si accorgerà che l’Azienda speciale dei servizi di Casale è la scelta migliore.Perché è proprio qui il nocciolo della questione, la ragione prima per la quale come Amministrazione abbiamo ritenuto di dover intraprendere una strada diversa: il Consorzio non ha saputo cogliere le esigenze vere che venivano dal territorio, di fatto imponendo le sue indicazioni anziché condividerle. Il Lodigiano, per quanto non sia una provincia vasta, non è tutto uguale: per composizione sociale, un Comune della Bassa vive problematiche diverse da quelle da quelle di un Comune dell’area sudmilanese. E il Consorzio non è stato capace di recepire e rispondere alle esigenze che via via venivano manifestate dalle Amministrazioni per costruire un servizio più a misura dei propri abitanti. Forse il suo limite è proprio la dimensione, che tra l’altro non significa automaticamente vantaggi economici. Non è infatti detto che una entità grande possa contare sempre su forti economie di scala. Perché altrimenti l’Azienda speciale di Casale riuscirebbe ad erogare gli stessi servizi a costi inferiori? Evidentemente non è sempre una questione di dimensioni, ma anche di efficienza nella gestione.Ed è poi vero che quando si parla di settori delicati come quello dei servizi socio-assistenziali il mero dato economico, anche in un momento di crisi e di riduzione delle risorse com’è quello attuale, non può essere l’unico riferimento.La scelta di Casalpusterlengo, signor direttore, non è infatti esclusivamente economica: accanto ai risparmi – che pure ci sono – l’operazione è stata fatta perché i servizi erogati sono di qualità equivalente e in certi casi anche superiori a quelli garantiti dal Consorzio, proprio per quanto detto sopra a proposito della maggiore disponibilità e capacità di adeguarsi alle esigenze peculiari del territorio.Sono questi i parametri su cui noi abbiamo fatto la nostra scelta e credo abbiano guidato le decisioni di altri Amministratori, che hanno ritenuto di dover respingere l’invito, quello sì tutto politico e non sorretto da altri ragionamenti, che è arrivato da alcuni partiti preoccupati per il futuro della struttura-Consorzio, a rimanere all’interno dello stesso e a non aderire al progetto di Casale. Un Amministratore dovrebbe fare le scelte che impattano sulla propria popolazione non in nome di un’appartenenza politica ma per rispondere nella maniera più efficace ai bisogni della cittadinanza. Questo è quanto abbiamo fatto a Casalpusterlengo, dove peraltro abbiamo deciso anche di mettere a frutto un’azienda speciale che per scelte precedenti era sovradimensionata rispetto ai servizi resi attualmente e per la quale abbiamo dunque privilegiato lo stesso criterio di efficienza.Infine, mi sia permesso di osservare come una pluralità di soggetti che operano nel medesimo ambito in un territorio non debba essere vista come la sconfitta di nessuno o peggio un delitto di lesa maestà. Si tratta piuttosto di un arricchimento del Lodigiano, non di un suo smembramento. Il confronto e magari la collaborazione che nasceranno dalla nostra scelta e da quella di altri permetteranno certamente di stimolare e migliorare tutti i soggetti protagonisti dell’ambito socio-assistenziale. E a beneficiarne saranno i cittadini.Cordiali saluti.
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