Perché in città senza spettatori si continua a investire?

Durante una normale domenica di calcio “minore” (13 novembre c.a.):Cittadella – Livorno (serie B) 674 paganti.Monza – Ternana (Lega pro ex C1) 374 paganti.Renate – Cuneo (ex C2) 200 circa spettatori.Lasciando perdere il numero dei paganti nella serie D dei gironi del Nord, questi sono gli spettatori che hanno viso una partita di calcio nei vari stadi del Nord Italia e rappresentano delle cifre che da diversi anni mi fanno porre dei quesiti cui sembra non esserci risoluzione: perché degli imprenditori, degli sponsor, dei normali cittadini investono importanti risorse finanziarie in piazze, paesi, città a cui la squadra di calcio non frega assolutamente nulla? Paesi in cui lo stadio (anche moderno) è una vera e propria cattedrale nel deserto? Mi sembra una domanda lecita, anche se di primo acchito potrebbe sembrare ingenua visto che è formulata da un dirigente di una squadra di calcio militante in serie “Eccellenza” girone C che in questa stagione (come d’altronde quelle precedenti) sta facendo una media spettatori paganti pari a 510 unità a cui devono aggiungersi circa 150 abbonati.Una realtà quella di Sant’Angelo Lodigiano sicuramente privilegiata, che oltre ad avere un alto numero di spettatori, gli stessi hanno un età media molto bassa, in quanto il pubblico è formato da giovani e giovanissimi.Quindi per concludere perché in taluni posti si continua ad investire? Su questo argomento mi piacerebbe sentire l’opinione degli esperti ed aprire un sereno ed ampio dibattito.

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