Non soltanto le nuove cappelle, ma tanti altri interventi

Egregio direttore, leggo con grande stupore la lettera a Lei indirizzata dal sig. Roncari sul tema delle cappelle gentilizie di Tavazzano con Villavesco. Sorprende soprattutto l’approssimazione con la quale Roncari conclude un’analisi che è sbagliata in partenza. Egli sostiene che la verità dei numeri è incontrovertibile, e che, le somme e le sottrazioni non possono ingannare. Di tale affermazione anche noi siamo fermamente convinti, ma il problema di Roncari è dato dal fatto che i numeri, per consentirci indicazioni precise, devono essere inseriti al posto giusto, in una griglia che è per sua natura complessa. I dati di partenza dell’analisi di Roncari sono ripresi da una perizia tecnica che inquadra l’intera opera del cimitero in un contesto fatto di costi di costruzione, di previsioni demografiche, di valori di riferimento di altri cimiteri dei comuni limitrofi, di durata del mutuo contratto per la sua realizzazione, delle spese per il mantenimento ed il decoro della struttura, e devono possibilmente consentire il completamento, inizialmente non previsto, con la realizzazione del nuovo ossario comune e la rivisitazione della Cappella dei sacerdoti e dell’altare. Il puro costo di realizzazione dell’opera è facilmente ricavabile dagli atti ufficiali del Comune, atti che il sig. Roncari non ha mai chiesto, perpretando così l’errore di dare una valutazione assolutamente fuorviante. Sarebbe stato sufficiente chiedere agli uffici comunali o all’Amministrazione maggiori chiarimenti. Farsi spiegare meglio l’intera logica dell’intervento, ma evidentemente a Roncari tutto questo non interessa, punta a screditare e basta. Neanche una parola su un’opera realizzata a costi contenuti e di alta qualità, contestualizzata nel preesistente ma innovativa e gradevole nell’architettura. Opera di cui il paese può essere fiero. Mi viene a questo punto un dubbio: non è che forse il sig. Roncari, rimasto orfano della battaglia per lo spostamento della via Emilia cerchi di garantirsi una nuova visibilità? Visibilità che sembra inesorabilmente spegnersi nell’evanescenza di una azione politica micragnosa, più pedante che utile (per rendersene conto è sufficiente assistere ai consigli comunali), incapace di una visione strategica d’insieme sulla quale, inesorabilmente, sono chiamati a misurarsi coloro che assumono la responsabilità di rappresentare i cittadini nelle istituzioni pubbliche. Voglio infine ricordare al consigliere Roncari che le elezioni si sono svolte tre anni fa. È giunta l’ora di metabolizzare la sconfitta. In democrazia si vince o si perde anche per un solo voto, noi ne ottenemmo 40, vale a dire 39 in più di quelli necessari.

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