Non si preoccupi se non mi cacciano, tra poco se ne occuperà la Regione

Egr. sig. Direttore, la prego di consentirmi una breve replica alla lettera del sig. Paolo Marchini, che Lei ha ospitato nelle pagine del suo giornale giovedì scorso, nella quale si lamentava la mancata applicazione del divieto di caccia nelle aree inondate dalla recente alluvione. Nella mio ruolo di Dirigente del Dipartimento provinciale responsabile della tutela faunistica mi sento personalmente chiamato in causa dalle rimostranze mosse dal lettore e, prima di “avere la decenza di dimettermi” per le mie manchevolezze ritengo, utile fornire i chiarimenti necessari sulla questione e sull’operato della Provincia in questo frangente. Premetto innanzitutto che la legge regionale sulla caccia già vieta l’esercizio della caccia nelle aree allagate da eventi alluvionali, per cui tale divieto vige comunque senza che la Provincia lo debba sancire espressamente. I cacciatori ne sono al corrente e se lo disattendono sono consapevoli di violare la legge e sono passibili delle sanzioni previste par tali comportamenti. So che gli addetti alla vigilanza sono intervenuti in alcune circostanze, elevando anche sanzioni, ma è comprensibile che, nei giorni dell’alluvione, tale azione di controllo sia stata meno incisiva del solito, dato che la maggior parte degli operatori era coinvolta negli interventi di supporto alla protezione civile. Detto ciò, faccio presente che, a dispetto di quanto immaginato dal lettore, la legge sulla caccia della Lombardia non dà alle Provincie il potere di chiudere di propria iniziativa l’esercizio dell’attività venatoria sul territorio di competenza, nemmeno in circostanze così problematiche per la fauna come quelle di questi giorni. Per tale ragione abbiamo subito scritto alla Regione, chiedendo di emanare urgentemente un provvedimento restrittivo della caccia esercitata sulle popolazioni animali più vulnerabili, ovvero di autorizzare questo ente a disporre le limitazioni opportune e praticabili nel rispetto della legge. La risposta della Regione ci ha consentito di imporre la chiusura della caccia alla lepre nell’Ambito Laudense Sud, d’intesa con il relativo Comitato di Gestione, più direttamente interessato dal fenomeno alluvionale, a partire dal 21 novembre, e così abbiamo fatto. Mi rammarico che non sia stato possibile intervenire con maggiore tempestività ed efficacia, dato che condivido personalmente la sensibilità che ha mosso il lettore a scrivere la lettera a cui mi riferisco, le rimostranze dovrebbero essere rivolte più appropriatamente a quei cacciatori poco civili che hanno approfittato abusivamente della situazione di difficoltà. Se poi questo indurrà comunque il Presidente della Provincia a rimuovermi dall’incarico, mi rimetterò serenamente alle sue decisione, pur nella convinzione di avere adempiuto al meglio delle mie possibilità. Se poi non sarà così non disperi, perché con l’imminente abolizione delle Province tali funzioni saranno presto esercitate direttamente dalla Regione. Avrà allora la possibilità di apprezzarne il diverso livello di efficienza e competenza in materia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA