Non iscrivere i ragazzi di Melegnano è tornare al medioevo

Gentile direttore, voglio sottoporre alla Sua attenzione lo stato d’animo in cui si trova un’intera famiglia, la mia, dopo l’incredibile situazione nella quale ci siamo venuti a trovare. Come avete ampiamente scritto, l’istituto superiore «Maffeo Vegio» non ha più aule a disposizione ed è stato costretto a respingere l’iscrizione di 40 studenti per l’anno scolastico 2012-2013. Sono stati accolti solo i residenti nei comuni della provincia di Lodi, gli altri no. Tra questi, mia figlia. Siamo stati rifiutati dal Maffeo Vegio perché siamo di Melegnano. Capisce, direttore? I lodigiani sì e i melegnanesi no... a me viene in mente il razzismo. Eppure la scuola secondaria d’istruzione superiore è ormai da tempo scuola dell’obbligo e rifiutare l’iscrizione di allievi rappresenta, come sostengono gli insegnanti del «Maffeo Vegio», una mancanza di adempimenti che tutelino le famiglie nell’assicurare un’istruzione ai propri figli. Non accettare studenti significa minare e ledere gli interessi di coloro che non possono frequentare l’istituto da loro scelto. E le legge in materia all’iscrizione per le classi prime non prevede un vincolo di rispetto di territorialità di residenza.

Ma tutto questo accade a Lodi, nel terzo millennio. Condivido in toto i contenuti di una lettera apparsa proprio sul «Cittadino», indirizzata all’assessorato provinciale alla pubblica istruzione, nella quale si chiede cosa avrebbe fatto l’assessore Mariano Peviani se avesse voluto iscrivere la propria figlia all’Istituto “Maffeo Vegio” di Lodi e si fosse sentito rispondere: no, sua figlia no, perché lei abita a Dovera (e Dovera è a dieci chilometri da Lodi, da sempre ruota sulla città per il mercato e anche per l’ospedale, ma si trova in provincia di Cremona e quindi i suoi ragazzi non possono frequentare le scuole di Lodi). Assessore Peviani, si rende conto che siamo davvero ritornati al Medioevo? È questa l’Italia che volete disegnare per le nuove generazioni? Direttore, Lei che mi dicono avere a cuore il futuro della cultura del territorio, cosa ne pensa?

Le allego tutte le mie generalità, ma vorrei che non fossero rese pubbliche per motivi facilmente comprensibili.

Una mamma di Melegnano

Da trent’anni sosteniamo che il futuro della Provincia di Lodi è quello di aggregare i Comuni del Sudmilano con un sapiente gioco di squadra e un’intelligente campagna acquisti. Quando scomparirà la provincia per diventare citta metropolitana, tutti i Comuni della sua cerchia comprenderanno, volente o nolente, il grande potere che Milano acquisirà a livello di programmazione. A quel punto una parte del Sudmilano, Melegnano per primo, potrebbe entrare a far parte della provincia di Lodi. Potrebbe...

Ma sarebbe questa la “campagna acquisti” se Lodi non accoglie neppure le iscrizioni dei ragazzi di Melegnano che vorrebbero - come hanno fatto fino ad oggi - studiare al “Maffeo Vegio”? L’intera vicenda ha dell’incredibile.

La provincia di Lodi e i comuni di Lodi e Melegnano seduti insieme attorno a un tavolo non possono trovare una soluzione, dato che la città capoluogo del Lodigiano ospita edifici vuoti colmi di aule inutilizzate? Si tratta di realtà private, è vero, con le quali ritengo sia possibile trovare, almeno per qualche anno, un accordo per l’affitto.

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