Non facciamo scappare l’Assigeco, ora devono parlare i fatti

Papa Francesco ha puntato sull’attività sportiva come canale di comunicazione primario verso i giovani... “attraverso la condivisione di valori sani si creano e ritrovano i legami”. In un contesto storico di degrado, perdita di valori e mancanza di prospettive, quale sostegno possiamo offrire ai nostri ragazzi per evitare che trovino rifugio nella droga, alcol o nel «Mondo On Line» dove tutto è concesso e sembra possibile? I problemi, seri, sorgono quando poi inevitabilmente gli stessi, si scontrano con la realtà. Ne emerge tanta fragilità, che a volte per reazione sfoga in rabbia, violenza verbale o fisica. Una parola per tutte «bullismo». Polizia, associazioni di Avvocati, associazioni di Psicologi, spesso su invito, meno spesso (non certo per mancanza di volontà, loro) «da prassi», intervengono con incontri nelle scuole, con genitori, figli e insegnanti per trovare la giusta sinergia nel prevenire o tamponare il fenomeno. Perché allora non aiutare le famiglie nel difficile compito di «formazione dell’individuo»? Aiutiamo ad orientare i «nostri» giovani. C’è una possibilità oggi, più unica che rara, di avere un luogo, il «Campus», dove lo sport e i valori che lo accompagnano, regnano sovrani. Dove vi sono «argini» che delimitano e accompagnano un cammino ben strutturato, che aiuta a crescere in campo come nella vita. Se venisse concesso il permesso di ristrutturare questo «Campus» (la spesa tutta a carico di un privato, che ad oggi ha già presentato progetto e garanzie durature nel tempo), si avrebbe anche la possibilità di inserire una nuova serie di attività, dando spazio a tutti quelli che hanno la volontà di operare, voglia di condividere e coinvolgere attraverso la propria passione. Penso a degli spettacoli. Non esiste un teatro con una buona capienza… Ad esempio il saggio di fine anno accademico di Ombretta Cremonesi migra al Politeama a Piacenza. Magari potremmo tornare ad ammirarlo a « casa nostra». Il fine è quello di mantenere e valorizzare le peculiarità del territorio. Non facciamo «scappare» chi vuol fare bene. Facciamo in modo che anche Codogno non sia lo specchio dell’Italia, coi talenti in fuga perché privi di possibilità, si può ripartire per dare un esempio reale, concreto, tangibile di miglioramento per la riqualificazione di un quartiere, per il lustro di una città. Il Progetto Assigeco può diventare un «fattore» culturale per tutto il territorio lodigiano e incrementare le attività produttive. Istituzioni, lo «status quo» non può più essere mantenuto, sono i fatti che devono parlare, adesso, niente altro. Non tutti hanno la possibilità di cercare altrove ciò che non trovano qui. E ugualmente, non tutti diventeranno Danilo Gallinari, ma dal Campus sono passati in tanti che hanno imparato a “mettersi in gioco” nella vita. Precludere “chance o azzerare sogni, non è l’esempio che un adulto può permettersi, soprattutto, se desidera il bene comune.

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