Non abbiamo paura della tubercolosi, non siamo appestati

Siamo la classe dell’Istituto Einaudi coinvolta nel caso di TBC E di cui, spesso a sproposito, in questi giorni si sta parlando e scrivendo.Visto che tanti hanno espresso le loro opinioni senza essere a conoscenza del problema, vogliamo anche noi esprimere le nostre idee:1. Quello che l’ASL di Lodi ha consigliato di fare, non è un vaccino contro la TBC visto che da molti anni,non viene più pratica, ma una profilassi (cura) a case di antibiotico al fine di prevenire ogni eventuale rischio.2. Vorremmo che alcuni professori e studenti dell’istituto, prima di parlare a vanvera, si informassero su cosa vuol dire risultare positivi al test di Mantoux. L’esito positivo indica semplicemente che l’organismo è entrato in contatto con il bacillo della tubercolosi ed ha prodotto specifici anticorpi.3. La prova che nessuno di noi rappresenta un pericolo concreto per la comunità è il fatto che l’ufficio preposto al controllo delle malattie infettive, non ci ha proibito di tornare a scuola o proseguire nelle nostre attività abituali extra scolastiche.4. Contrariamente a quanto abbiamo letto fra i commenti agli articoli, non c’è un colpevole da condannare né tanto meno un responsabile da individuare fra gli extracomunitari. I nostri compagni stranieri, sono ragazzi come noi, sono stati bambini come noi e come noi, sono stati sottoposti alle regolari vaccinazioni.È nostra ferma intenzione terminare l’anno scolastico nel migliore dei modi e speriamo che certi atteggiamenti, frasi, battute stupide e del tutto inappropriate, cessino al più presto. NON SIAMO DEGLI APPESTATI, nessuno può ammalarsi perchè ha fatto un’ora di supplenza nella nostra classe o ci ha incrociato nei corridoi di scuola.Noi, non abbiamo paura della TUBERCOLOSI, ma temiamo davvero tanto L’IGNORANZA perché si sta rivelando una malattia molto contagiosa e dalla quale non tutti sembrano volersi curare.

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