Nessuna meraviglia se il Pd ha perso consensi in città

Gentile direttore,

una prima premessa: sono piacentino, lavoro a Lodi da una quindicina di anni come bancario. Lavorando al fianco di tanti colleghi di Lodi e sfogliando tutti i giorni al bar “Il Cittadino”, mi permetto per la prima volta di inviare un breve scritto, complimentandomi per come avete affrontato la campagna elettorale, con grande equidistanza e dando spazio a tutti in quel grande “sfogatoio” che è costituito dalla pagina delle lettere. Credo che pochi altri territori d’Italia possano vantare una simile possibilità di espressione.

La seconda premessa: negli ultimi anni ho sempre votato Pd, spesso turandomi il naso (soprattutto dopo la defenestrazione di Enrico Letta).

Vorrei inviarle poche considerazioni sul risultato elettorale di Lodi.

A Lodi l’amministrazione comunale è costretta a dimettersi in blocco e a lasciare spazio a un commissario prefettizio perché il sindaco del Pd viene arrestato e portato a San Vittore. È in corso il processo, l’ex sindaco potrebbe essere assolto o potrebbe venire condannato, si vedrà.

Nel frattempo, in queste situazioni, le decisioni più normali da assumere sono due: mettere da parte l’ex sindaco e i suoi assessori e andare alla ricerca di un candidato sindaco vicino agli storici ideali del Pd.

Cosa fanno a Lodi? L’esatto contrario.

Mi dicono che l’ex sindaco abbia ancora una grande voce in capitolo all’interno del partito, che tanti nei suoi confronti nutrano un timore riverenziale, e nessuno gli ha mai detto: guarda, è meglio che fino alla conclusione del processo tu non ti faccia vedere nelle riunioni di partito, perché se siamo arrivati a questo punto e se siamo costretti ad andare alle elezioni anticipate la colpa è solo tua. Ma il Pd di Lodi non si ferma qui: invece di dare una sterzata e far entrare aria nuova dalla finestra, ricandida quasi tutti gli ex assessori della giunta andata a gambe all’aria. Mi creda, ho sentito tantissima gente di Lodi porsi la domanda: ma se l’ex sindaco ha combinato qualcosa che l’ha mandato a San Vittore, i suoi strettissimi collaboratori non erano proprio al corrente di niente? E se sapevano tutto, perché non gli hanno impedito di fare ciò che ha fatto? E se non sapevano nulla, avevano forse le fette di salame sugli occhi?

A tutt’oggi, leggendo “Il Cittadino”, nessuno tra i massimi dirigenti del Pd di Lodi ha mai preso le distanze su quanto è avvenuto in città: per la brusca e traumatica fine della legislatura è come se le colpe siano da ricondurre alla magistratura di Lodi. Ma si rende conto, il Pd, che nei secoli a venire l’ultimo mandato amministrativo sarò ricordato solo perché il sindaco è finito in prigione?

In questa situazione, come se non bastasse, il Pd di Lodi, invece di andare alla ricerca di un candidato tra i suoi iscritti, una persona che proviene direttamente dalle sue file e che è noto per la sua fedeltà al partito, cosa fa? Candida l’ex presidente degli industriali, ossia una persona che proviene da un mondo con il quale tutta la storia del movimento operaio e contadino ha sempre registrato ampissime difformità di vedute.

Il Pd sta affondando e invece di darsi un colpo di reni va alla ricerca di un industriale per farsi rappresentare al meglio e al quale assegnare la guida futura della città di Lodi.

E poi ci meravigliamo se il risultato elettorale è stato quello che è stato e che il Pd ha perso consensi in città?

Vediamo come andrà a finire al ballottaggio.

Distinti saluti

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