Nessun silenzio “anomalo” sul cantiere dell’ex distributore

Sull’intervento di riqualificazione dell’ex distributore di viale Dalmazia non c’è mai stato alcun “anomalo silenzio” da parte dell’amministrazione comunale. Tutte le scelte e le decisioni prese sono supportate dai relativi provvedimenti, che sono pubblici e a disposizione di chiunque, e sono state ripetutamente illustrate all’opinione pubblica in ogni passaggio della procedura, dal bando di gara all’aggiudicazione della concessione sino all’avvio dei lavori, fornendo ogni chiarimento con comunicati, dichiarazioni alla stampa e risposte a lettere. Naturalmente Lele Maffi può non condividere queste scelte e se vuole approfondire la questione può chiedere di consultare la documentazione, ma l’amministrazione non ha nulla da motivare più di quanto sia già stato fatto e di quanto è stato reso noto più volte e con assoluta trasparenza. In particolare, se Maffi desidera prendere visione del Permesso di Costruire rilasciato alla società che si è aggiudicata la concessione d’uso dell’ex distributore dietro impegno a riqualificarlo, può farlo solo nei modi stabiliti dalla legge e dal regolamento per l’accesso agli atti, che per documenti di questo tipo prevedono l’inoltro di una richiesta motivata. Infatti, lo scorso 20 gennaio Maffi si è rivolto via e-mail all’Ufficio Relazioni con il Pubblico chiedendo copia degli atti per verificare “se i lavori di ricostruzione dell’immobile di viale Dalmazia, precedentemente sede di un distributore di benzina e recentemente demolito, comporteranno un aumento di volumetria rispetto a quella occupata dall’edificio abbattuto”. Pur essendo noto (perché già più volte in precedenza dichiarato ufficialmente dall’amministrazione) che l’autorizzazione ai lavori imponeva il mantenimento delle linee e dei volumi dell’edificio originale (ciò solo per libera e autonoma scelta dell’amministrazione, dato che sull’edificio non esisteva nessun vincolo di legge), Maffi aveva tutto il diritto di cercare un riscontro documentale e lo stesso giorno l’Urp gli ha indicato che a questo scopo doveva rivolgersi al responsabile del procedimento, presso il settore tecnico del Comune, fornendone i relativi recapiti. Il 21 gennaio (un sabato), Maffi ha quindi scritto, sempre per e-mail, al settore tecnico e lunedì 23 gennaio è stato contattato con analogo mezzo dal funzionario dello Sportello Unico Attività Produttive che aveva gestito la pratica, il quale, indicando la prassi da seguire per ottenere i documenti desiderati, gli ha trasmesso il relativo modulo da compilare per inoltrare la richiesta. Richiesta che ad oggi (8 febbraio) non è mai stata presentata. Nel frattempo, l’amministrazione comunale ha fatto ciò che era suo dovere ed il giorno 27 gennaio ha disposto un sopralluogo di personale tecnico e Polizia Locale presso il cantiere dell’ex distributore, i cui esiti hanno portato il 3 febbraio all’emissione di un’ordinanza di sospensione lavori, visto che sono state riscontrate difformità rispetto a quanto autorizzato nel Permesso di Costruire. A norma di legge, società concessionaria, impresa costruttrice e direttore dei lavori hanno ora 30 giorni di tempo dalla notifica dell’ordinanza per presentare memorie scritte, dopo di che l’amministrazione assumerà tutti i provvedimenti del caso, che nell’eventualità in cui venissero confermate le difformità dei lavori eseguiti rispetto a quelli autorizzati prevedono la demolizione di quanto irregolarmente costruito e la segnalazione dell’abuso all’autorità giudiziaria. Segnalo infine che Maffi era già venuto a conoscenza dell’ordinanza martedì 7 febbraio, perché il sindaco, incontrandolo casualmente e sapendo del suo interesse per la questione, aveva ritenuto di informarlo.

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