Rubriche/Lettere
Giovedì 09 Febbraio 2012
Nessun silenzio “anomalo” sul cantiere dell’ex distributore
Sull’intervento di riqualificazione dell’ex distributore di viale Dalmazia non c’è mai stato alcun “anomalo silenzio” da parte dell’amministrazione comunale. Tutte le scelte e le decisioni prese sono supportate dai relativi provvedimenti, che sono pubblici e a disposizione di chiunque, e sono state ripetutamente illustrate all’opinione pubblica in ogni passaggio della procedura, dal bando di gara all’aggiudicazione della concessione sino all’avvio dei lavori, fornendo ogni chiarimento con comunicati, dichiarazioni alla stampa e risposte a lettere. Naturalmente Lele Maffi può non condividere queste scelte e se vuole approfondire la questione può chiedere di consultare la documentazione, ma l’amministrazione non ha nulla da motivare più di quanto sia già stato fatto e di quanto è stato reso noto più volte e con assoluta trasparenza. In particolare, se Maffi desidera prendere visione del Permesso di Costruire rilasciato alla società che si è aggiudicata la concessione d’uso dell’ex distributore dietro impegno a riqualificarlo, può farlo solo nei modi stabiliti dalla legge e dal regolamento per l’accesso agli atti, che per documenti di questo tipo prevedono l’inoltro di una richiesta motivata. Infatti, lo scorso 20 gennaio Maffi si è rivolto via e-mail all’Ufficio Relazioni con il Pubblico chiedendo copia degli atti per verificare “se i lavori di ricostruzione dell’immobile di viale Dalmazia, precedentemente sede di un distributore di benzina e recentemente demolito, comporteranno un aumento di volumetria rispetto a quella occupata dall’edificio abbattuto”. Pur essendo noto (perché già più volte in precedenza dichiarato ufficialmente dall’amministrazione) che l’autorizzazione ai lavori imponeva il mantenimento delle linee e dei volumi dell’edificio originale (ciò solo per libera e autonoma scelta dell’amministrazione, dato che sull’edificio non esisteva nessun vincolo di legge), Maffi aveva tutto il diritto di cercare un riscontro documentale e lo stesso giorno l’Urp gli ha indicato che a questo scopo doveva rivolgersi al responsabile del procedimento, presso il settore tecnico del Comune, fornendone i relativi recapiti. Il 21 gennaio (un sabato), Maffi ha quindi scritto, sempre per e-mail, al settore tecnico e lunedì 23 gennaio è stato contattato con analogo mezzo dal funzionario dello Sportello Unico Attività Produttive che aveva gestito la pratica, il quale, indicando la prassi da seguire per ottenere i documenti desiderati, gli ha trasmesso il relativo modulo da compilare per inoltrare la richiesta. Richiesta che ad oggi (8 febbraio) non è mai stata presentata. Nel frattempo, l’amministrazione comunale ha fatto ciò che era suo dovere ed il giorno 27 gennaio ha disposto un sopralluogo di personale tecnico e Polizia Locale presso il cantiere dell’ex distributore, i cui esiti hanno portato il 3 febbraio all’emissione di un’ordinanza di sospensione lavori, visto che sono state riscontrate difformità rispetto a quanto autorizzato nel Permesso di Costruire. A norma di legge, società concessionaria, impresa costruttrice e direttore dei lavori hanno ora 30 giorni di tempo dalla notifica dell’ordinanza per presentare memorie scritte, dopo di che l’amministrazione assumerà tutti i provvedimenti del caso, che nell’eventualità in cui venissero confermate le difformità dei lavori eseguiti rispetto a quelli autorizzati prevedono la demolizione di quanto irregolarmente costruito e la segnalazione dell’abuso all’autorità giudiziaria. Segnalo infine che Maffi era già venuto a conoscenza dell’ordinanza martedì 7 febbraio, perché il sindaco, incontrandolo casualmente e sapendo del suo interesse per la questione, aveva ritenuto di informarlo.
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