Neppure il Papa può scalfire le tradizioni delle cosche

Ci sono gesti che ti sembrano far capre che in Italia non cambierà mai nulla. Ci sono momenti come quello di Oppido Mamertina che sembrano dire che neppure le parole del Santo Padre possono scalfire delle tradizioni mafiose. Una cerimonia religiosa che attraversa il paese con migliaia di fedeli che seguono il corteo. Una delle belle immagini che caratterizzano il nostro Paese. Vissuta non solo da chi abita in quei luoghi ma anche da tante persone attirate da appuntamenti di questo tipo. In un minuto tutto viene rovinato, offuscato. È’ bastato un inchino dell’effigie alla dimora di Giuseppe Mazzagatti, vecchio capo clan di 82 anni, già condannato all’ergastolo per omicidio e associazione a delinquere di stampo mafioso. Un padrino temuto e ancora potente, che da tempo si trova ai domiciliari per motivi di salute. E allora le parole del Papa sembrano rimbombare in quel lungo minuto di silenzio: “Coloro che nella loro vita hanno questa strada di male, i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati. La vostra terra tanto bella conosce i segni di questo peccato: l’adorazione del male e il disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna sempre dirgli di no perché la ‘ndrangheta è adorazione del male. Quando non si adora il Signore si diventa adoratori del male, come lo sono coloro i quali vivono di malaffare e di violenza e la vostra terra, tanto bella, conosce i segni e le conseguenze di questo peccato. La ‘ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune”. Tutto sembra immobile ma accade un gesto che ha forse più valore dell’inchino. Una parte non scritta nel copione, che nessuno si aspetta. Lo Stato si ribella. E il maresciallo dei Carabinieri Andrea Marino con i suoi uomini abbandona platealmente la cerimonia. Tutti vedono quel gesto che è dirompente in un territorio, come la Calabria, in cui troppo spesso la criminalità organizzata trovava terreno fertile nelle Istituzioni. Serviva un gesto forte. Ed è quello che è avvenuto. Credo sia giusto non lasciare solo chi ha deciso di ribellarsi e di dire: “io non ci sto”. Scriverò una lettera al maresciallo (Comando Stazione Carabinieri, Corso L. Razza, 40 – 89014, Oppidio Mamertina - RC) per dirgli quanto è stato apprezzato il suo gesto e al Sindaco, Domenico Giannetta ([email protected]) per chiedergli di dissociarsi e di condannare pubblicamente il gesto dell’”inchino”.

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